Vendola e Gentile aprono lavori Commissione Regionale Politiche Sociali
Con l’insediamento dell’organismo, parte il percorso di programmazione come previsto dalla legge 19/2006
BARI - Si è tenuta oggi – su convocazione del Presidente Vendola – la prima riunione della Commissione Regionale per le Politiche Sociali. Con l’insediamento dell’organismo, parte il percorso di programmazione – come previsto dalla legge 19/2006 («disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini di Puglia») – per il secondo triennio (2009-11) e l’integrazione con le politiche di investimento sociale a valere sui fondi strutturali UE.
«Si tratta di azioni – spiega l’assessore alla Solidarietà Elena Gentile – finalizzate a creare un sistema integrato per i servizi, che deve affrontare le criticità della vecchia programmazione, con la semplificazione del sistema e l’obiettivo della qualità dei servizi, anche in vista della programmazione dei servizi sanitari attraverso i PAL previsti dal Piano della Salute». Oggi in aula consiliare erano presenti rappresentanti di Anci, Upi, degli assessorati provinciali, degli ordini professionali, del volontariato, del mondo della scuola e del sindacato.
«Ci dispiace – ha sottolineato la Gentile – dover subire le scelte dannose del Governo nazionale in questa fase. Subiamo il dimezzamento delle risorse, con -40% per i piani di zona. Per questo bisogna fare delle scelte e fissare delle priorità in un contesto pieno di emergenze e di povertà come il nostro territorio. E anche per questo tra qualche giorno la Giunta Regionale riformulerà le linee guida per la non autosufficienza». Il presidente Vendola ha aperto i lavori: «In questi giorni c’è un passaggio storico sul welfare in Europa – ha detto – e ci spaventa questa criminalizzazione sistemica delle povertà. Non è la prima volta in Europa che passaggi d’epoca siano segnati da intolleranza nei confronti dei poveri, pensiamo all’Inghilterra del dopo Cromwell che introdusse i reati di vagabondaggio, di accattonaggio.
I nuovi ordini sociali passano attraverso i nuovi ordini simbolici: la povertà disturba i valori dominanti (ricchezza, successo) e oggi si torna a quel punto, a quando i poveri erano visti come problemi di ordine pubblico. E per gli immigrati è facile l’equazione immigrazione = criminalità. Si va verso uno Stato compassionevole, che vede il povero come terminale muto di un flusso di pietà del sistema. Con la legge 19 vogliamo rompere il ciclo repressione-pietismo: le persone sono risorse e non problemi. Vogliamo dare ai pugliesi «deboli» non protesi, ma strumenti che diano libertà di contribuire alla ricchezza sociale. E andare verso la libertà come terapia sociale».