27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Maltrattamenti animali

Plauso della LAV al sequestro dei collari con punte

«Indagare anche su altre attività illegali su internet, che coinvolgono animali»

La LAV plaude all’operazione «Iron Luke», condotta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Venezia che ha portato al sequestro di 1500 tra collari a strangolo con punte e collari elettrici, alla denuncia di sette persone per istigazione a delinquere finalizzata al maltrattamento degli animali, e all’esecuzione di quindici perquisizioni.

«Si tratta di un’importantissima azione investigativa che, oltre a prevenire il reato di maltrattamento di animali, ha assestato un duro colpo alle minacce per gli animali che derivano dai traffici via internetdichiara Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV.

«Come più volte affermato anche in sede giudiziaria, i mezzi e gli strumenti utilizzati per addestrare gli animali o correggerne il comportamento devono considerarsi leciti fino al punto in cui il loro uso non superi il mero e realistico effetto deterrente, incidendo sulla sensibilità dell’animale, e non generi nello stesso il superamento della soglia delle reattività al dolore. continua TroianoUn eventuale addestramento deve essere praticato con trattamenti educativi etologicamente informati e quindi privi di ogni forma di accanimento e di violenza, cosa che né i collari elettrici, né quelli a strozzo garantiscono».

«L'uso di strumenti coercitivi come i collari elettrici o con punte, inoltre, non solo costituisce un trattamento dannoso sull'animale, poiché lo induce tramite stimoli dolorosi ad assumere determinati comportamenti, ma provoca anche effetti collaterali quali ansia, paura, depressione e aggressività determinandone un'alterazione dell'equilibrio psichico e comportamentaleaggiunge Ilaria Innocenti, del settore Cani e gatti della LAVTale uso, quindi, oltre a provocare sofferenza, è anche profondamente lesivo dell'equilibrio dell'animale».

La corte di Cassazione, intervenendo in merito a questo problema, ha stabilito con sentenza dell’aprile 2007 che «Il collare elettrico antiabbaio è un congegno che causa al cane un’inutile e sadica sofferenza, rendendolo aggressivo nei confronti di chiunque. Pertanto deve comunque ritenersi legittimo il sequestro preventivo avente lo scopo di evitare il protrarsi di una situazione di inutile sofferenza dell’animale costituente reato, poiché l’uso del collare antiabbaio, a prescindere dalla specifica ordinanza ministeriale e dalla sua efficacia, rientra nella previsione del codice penale che vieta il maltrattamento degli animali».

I collari sequestrati venivano venduti su internet in negozi virtuali (e-shop), «ci auguriamo che la Polizia Postale e delle Comunicazioni prenda in esame anche le altre attività illegali via internet, come la raccolta di scommesse legate a competizioni tra animali, il contrabbando di veleni per l’avvelenamento di fauna selvatica o animali randagi, la vendita illecita di animali sia vivi che imbalsamati provenienti da battute di caccia illegali» conclude Troiano.