2 agosto 2025
Aggiornato 07:00
La Riforma Federalista

«Federalismo fiscale: occasione per le comunità»

Così Piero Ragazzini, segretario generale della Cisl Emilia-Romagna al convegno su «La sfida del Federalismo fiscale solidale» organizzato dal sindacato

«Con il federalismo fiscale finirà il sistema di finanza derivata basata sulla spesa storica (che consente anche sprechi ed inefficienze) e si passerà all'autonomia impositiva sul territorio ed al criterio dei costi standard di una media buona amministrazione. Ci sarà autonomia di entrata e spesa per Regioni ed EELL. Il tutto va però accompagnato da un nuovo codice delle autonomie, che stabilisca «chi fa cosa» e dall'istituzione di una seconda camera delle autonomie con compiti, funzioni e responsabilità ben definite».

Così Piero Ragazzini, segretario generale della Cisl Emilia-Romagna al convegno su «La sfida del Federalismo fiscale solidale» organizzato dal sindacato.
Ricordando come in Emilia-Romagna il sindacato abbia contribuito alla riforma che ha ridotto il numero delle Comunità montane, incentivato le Unioni dei Comuni ed abolito le agenzie d'ambito, Ragazzini sostiene che nelle varie di attuazione del ddl vadano coinvolti anche i soggetti della società civile organizzata, a cominciare dal sindacato.

«Per il sindacato -afferma- il federalismo è l'occasione per rendere le comunità territoriali protagoniste del loro futuro, affidando alle istituzioni il compito di attivare e rendere responsabili le persone, le imprese, le associazioni che operano sul territorio». Dunque, decentrare responsabilità ai poteri istituzionali locali per offrire maggiori opportunità anche ai soggetti sociali intermedi. Che per il sindacato, secondo Ragazzini, significa «maggiore opportunità di confronto e concertazione sulle politiche territoriali di gestione del territorio e di tutela dei redditi da lavoro e da pensione a partire da quelle fiscali». Inoltre, «la riforma può lanciare un nuovo patto tra i territori che costituiscono il Paese e sociale tra cittadini e istituzioni, realizzando quello che la Cisl definisce federalismo solidale».

Restano però i seguenti nodi, che per Ragazzini «occorre sciogliere»:
1 - La modalità di perequazione fra Regioni, attinente alla solidarietà ed alla coesione nazionale, considerato che un gettito Irpef regionalizzato può variare dai 1.700 euro/procapite dell'Emilia Romagna ai 660 euro/procapite della Calabria.
2 - La riforma deve ridurre il peso fiscale, non determinare costi aggiuntivi.
3 -La riforma federale può rivedere la tassazione delle persone fisiche, tenendo conto della composizione della famiglia o riducendo le tasse sui redditi da lavoro e da pensione più bassi.
4 -Quale ruolo delle forze sociali nel ridefinire il sistema fiscale locale.
5 - Definire a livello locale le tariffe dei singoli servizi territoriali (acqua, rifiuti, ecc).
6 - Forme innovative regionali (imposte negative, redditi minimi d'integrazione ecc.)di sostegno ai poveri e ai vulnerabili, oltre i servizi e l'insuccesso della social card.