3 ottobre 2025
Aggiornato 06:30
Bonifica territorio

Monsano, parte la bonifica da cromo esavalente dell’area ex RCD-Sima Industrie

Marco Amagliani: «Ulteriore esempio virtuoso di un Comune nelle politiche ambientali e modello di collaborazione istituzionale»

ANCONA - «Il Comune di Monsano è uno dei più virtuosi e più attenti delle Marche nelle politiche ambientali- dalla gestione dei rifiuti al risparmio energetico – e questo progetto è una nuova dimostrazione di come dalle piccole comunità e dalle piccole azioni quotidiane si possano ottenere grandi risultati di cui beneficia soprattutto la salute dei cittadini. Un esempio inoltre di come si possa collaborare costruttivamente tra istituzioni che hanno obiettivi condivisi.»

Così l’assessore regionale all’Ambiente, Marco Amagliani, ha voluto attestare il merito e ringraziare il Sindaco di Monsano, Luca Fioretti in occasione della conferenza stampa nella sala consiliare del Comune per la presentazione del progetto di bonifica da cromo esavalente dell’area ex RCD- Sima Industrie. Erano presenti, tra gli altri, anche l’assessore provinciale all’Ambiente, Marcello Mariani, il dirigente del Servizio Ambiente e Paesaggio della Regione , Antonio Minetti e il direttore dell’ARPAM, Gisberto Paoloni. Ma in questa vicenda si apre ora anche un altro fronte di carattere legale: l’acquisizione dell’area che verrà bonificata. Sembra infatti che il sito ex industriale sia stato messo all’asta per la vendita dopo la procedura fallimentare della proprietà Venturi e il Comune sarebbe invece interessato ad acquisirla come area di pubblica utilità. L’assessore Amagliani ha assicurato la massima disponibilità della Regione Marche ad assistere il Comune per aprire una vertenza legale e rendere automatica questa procedura di acquisizione da parte di un ente pubblico danneggiato in tale misura. « E’ al limite del paradosso – è stato il commento di Antonio Minetti – che tante risorse pubbliche, quindi di tutta la comunità, servano per bonificare un’area che poi per cavilli giuridici potrebbe essere acquistata per pochi spiccioli da un privato. Andrebbe accertato forse se responsabilità penali da danno ambientale non precludano, e sarebbe auspicabile, una vendita diretta.«

«Monsano - come ha ricordato lo stesso sindaco - ha subito per circa 30 anni una delle più rilevanti situazioni a livello europeo di inquinamento delle falde acquifere da cromo esavalente, dalla fine degli anni ’60 fino al 2001. Un danno ambientale gravissimo causato dallo sversamento nei fossi di sostanze tossiche causato da un’industria del settore della cromatura dei metalli - la RCD prima e la SIMA Industrie del gruppo Venturi poi – che ha interessato dapprima la zona di Sant’Ubaldo e poi negli anni, un’area molto più vasta fino a Marina di Montemarciano.» Questa la situazione che ha consentito di attingere al Fondo per la promozione dello sviluppo sostenibile, destinata alle aree ad elevato rischio di crisi ambientale (AERCA) dichiarate tali a decorrere dal 2000 per uno stanziamento complessivo di 3 milioni e 510 mila euro per 6 progetti presentati dal Comune di Ancona e dal Comune di Monsano per la bonifica, appunto, dei siti inquinati.

Come si ricorderà, tra le aree a rischio è compresa quella di Ancona, Falconara e Bassa Valle dell’Esino per la quale il Consiglio Regionale delle Marche nel 2005 ha approvato il Piano per il Risanamento con la conseguente sottoscrizione dell’Intesa istituzionale tra la stessa Regione, la Provincia di Ancona ed i Comuni di Ancona, Falconara Marittima, Montemarciano, Chiaravalle, Monte San Vito, Monsano, Jesi, Agugliano e Camerata Picena. In questa fase la Regione ha coordinato le attività dei diversi enti potenziali beneficiari del finanziamento provvedendo tra l’altro all’attestazione di conformità al Piano delle istanze presentate. Per Il Comune di Monsano il progetto di Recupero e bonifica dell’ area ex RCD ha beneficiato di un contributo del Ministero dell’Ambiente di 450 mila euro. Per procedere alla realizzazione dell’intervento, il Ministero dell’Ambiente ha sottoscritto un’intesa con il Comune di Monsano e con la Regione Marche attribuendole un ruolo di regia. Un documento che, tra l’altro, definisce ruoli, modalità e tempistiche per la realizzazione, nonché gli aspetti finanziari del progetto che ha un costo complessivo di 924 mila euro. Considerata l’urgenza di procedere alla mitigazione di tale criticità, la Regione Marche ha stanziato un finanziamento di oltre 181 mila euro finalizzato alla progettazione ed alla immediata realizzazione delle indagini preliminari.

«La Provincia di Ancona – ha detto l’assessore provinciale Marcello Mariani, ricordando che Monsano è l’unico comune della provincia ad avere la certificazione ambientale Emas - ha il ruolo di accertare il completamento degli interventi di bonifica, messa in sicurezza, nonchè la conformità degli stessi al progetto approvato e si è già impegnata con un contribuito di 218 mila euro.» La quota invece a carico del Comune di Monsano ammonta ad 74 mila euro. Gli interventi – come ha spiegato il progettista Gianni Napoleone - sono divisi in tre stralci funzionali, oltre ad una fase propedeutica per acquisire elementi di analisi e mettere a punto attività sperimentali. Operazione che il Comune ha già iniziato con l’avvio delle procedure per la realizzazione dello stralcio iniziale del progetto, necessaria ai fini della progettazione esecutiva e quindi all’appalto delle opere che dovranno concludersi entro il 2010. ( ad’e)

La storia del sito inquinato e gli interventi da realizzare
1968 – la RCD si trasferisce da Jesi -dove è stato accertato ed è ancora tangibile l’inquinamento da cromo esavalente - a Monsano
1972 – primo caso di inquinamento del fosso sotto falda
1975 – la Sima acquista la fabbrica
1983 - grave episodio inquinante e ordinanza sindacale di non potabilità delle acque che vengono trasferite in un bacino nei pressi dello stabilimento.
Dal 1985 al 1989 si susseguono episodi di inquinamento grave e una Commissione prefettizia decide la realizzazione di una paratia impermeabile per circoscrivere il perimetro e ridurre i danni.
1989 – la Sima si trasforma in SIMA Industrie del Gruppo Venturi- grave episodio di tracimazione della linea costiera fino a Marina di Montemarciano.
Negli anni ’90 le acque inquinate contenute nel bacino vengono trasportate alla Raffineria API per un trattamento di depurazione
Dal 1993 al ‘97 attività di controllo e monitoraggio della paratia impermeabile, poi «lavaggio» delle acque con metodi chimici-fisici. Finanziamento del Ministero dell’Ambiente.
2001 – fallimento della Sima Industrie
2003 prima messa in sicurezza dell’area inquinata che nel frattempo si è estesa. Nel 2006 accertato l’inquinamento dei pozzi a valle , verso il mare.
Il progetto di bonifica: tre tranche precedute da un fase «zero» per la messa i sicurezza.
La prima fase riguarderà il pompaggio delle acque inquinate con una barriera idraulica di 8 nuovi pozzi. La seconda tranche vedrà la rimozione dei fanghi inquinati da cromo esavalente contenuti nelle vasche; nel perimetro cinturato dalla paratia si procederà ad una ossidazione geo-chimica delle acque attraverso solfato ferroso eptaidrato che reagisce con l’acido cromico e produce idrossido di ferro e di cromo che si fissano costantemente al terreno, diventando una sostanza insolubile e non nociva. Quindi campionatura dei terreni con carotaggio per valutare l’efficacia delle reazioni chimiche.
Il terzo stralcio funzionale interesserà la bonifica di una zona specifica ( Via Puglia) dove cinque anni fa è stato segnalato un ulteriore inquinamento ad una sorgente d’acqua affiorante sul terreno. Si realizzerà una trincea impermeabile e poi un pozzo impermeabile e quindi l acque verranno pompate nel bacino di stoccaggio per subire poi i trattamenti.