3 ottobre 2025
Aggiornato 06:30
Vicenda Eluana Englaro

Leo: «Non sono i Cattolici a simpatizzare per gli Ayatollah»

È la replica del consigliere regionale di Forza Italia – Pdl Giampiero Leo alle dichiarazioni di Mercedes Bresso

TORINO - «Concordo con la presidente Bresso che non viviamo in una Repubblica di ayatollah. Sarebbe una situazione tristissima. Ma in verità ci sembra che gli unici, in Italia, che abbiano simpatia per gli ayatollah siano i manifestanti pro-Hamas, che inneggiano a un movimento chiaramente sostenuto dalla mullahcrazia iraniana. Simpatizzanti che, nello schieramento politico, si collocano per buona parte su posizioni di centro sinistra, e non certamente moderate e vicine al mondo cattolico».

È la replica del consigliere regionale di Forza Italia – Pdl Giampiero Leo alle dichiarazioni di Mercedes Bresso, che rispondendo all’appello all’obiezione di coscienza lanciato dal cardinal Poletto ai medici sul caso Englaro, aveva affermato che «Non viviamo in una repubblica di ayatollah, nella quale il diritto religioso fa premio sul diritto civile».

Prosegue il consigliere azzurro: «Stato laico sicuramente, ma laico nel senso vero. Uno Stato, cioè, che rispetti sentimenti e convinzioni di tutte le realtà sociali presenti nel Paese. In questo senso l’onorevole Bresso dovrebbe riflettere sul fatto che, essendo lei la presidente di un’intera regione, e non la segretaria di un partito, suo dovere istituzionale è quello di tener conto, nelle sue esternazioni, della sensibilità di tutti gli abitanti del Piemonte, e non soltanto della parte politica a lei più vicina».

«Infine – conclude Leo – se qualcuno ritiene che essere laici in politica voglia dire dimenticare tutte le proprie convinzioni ideali, o comportarsi come se queste fossero un vestito che si indossa solo nei giorni di festa, allora proprio bene ha fatto il cardinal Poletto a esortare i politici cattolici ad essere coerenti con la propria fede. Infatti, se così fosse, e cioè se gli ideali dovessero valere solo nella sfera privatissima ed essere messi da parte in quella sociale o pubblica, allora saremmo di fronte non a personalità laiche, ma semplicemente schizofreniche».