25 aprile 2024
Aggiornato 23:30

G8: da oggi Presidenza all'Italia, fra crisi estere ed economiche

Crisi a Gaza e crisi economica, così si apre il 2009, anno in cui l'Italia assume la presidenza del G8

Crisi a Gaza e crisi economica, così si apre il 2009, anno in cui l'Italia assume la presidenza del G8.
Proprio la crisi economica spinge molti paesi a reclamare a gran voce un allargamento del circolo dei più potenti del mondo, mentre la crisi mediorientale dimostra purtroppo la poca efficacia degli interventi della comunità internazionale, ma anche quanto la politica estera del mondo sia in attesa dell'insediamento di Barack Obama.

Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha ribadito pochi giorni fa che un allargamento «permanente» del G8 a una ventina di Paesi renderebbe più difficile il processo decisionale dell'organizzazione. Meglio quindi restare all'interno di un quadro che consenta il coinvolgimento ora di questi, ora di quei paesi «in modo flessibile e strutturato».

In effetti, il coinvolgimento di paesi africani, sudamericani ed asiatici nelle riunioni del G8 data ormai da parecchi anni, ma sempre appunto in modo «flessibile» e non permanente. Paesi che - come il Messico, il Sudafrica, l'India, il Brasile - vorrebbero essere ammessi a pieno titolo al forum dei potenti, così come vorrebbero entrare a pieno titolo nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu, una struttura che segue ancora i canoni di vincitori e vinti usciti dalla Seconda Guerra Mondiale.

Ci sono state voci in favore di un vero e proprio allargamento.
Per esempio quella del ministro degli Esteri tedesco Frank Walter Steinmeier; pochi giorni fa ha affermato che l'Italia si trova di fronte al «difficile compito» di capire in che direzione sviluppare il formato che oggi raccoglie gli otto Paesi più industrializzati, e ha spiegato di aver suggerito proprio a Frattini un allargamento a 16 con l'inclusione di alcuni paesi arabi. D'altra parte Steinmeier ha ricordato che il vertice a presidenza tedesca nel 2007 fu un «G8+5»; ma anche in quel caso l'allargamento fu temporaneo.

Il G20, in effetti, è una struttura nata già nel 1999 ma solo quest'anno in tempi di crisi economica globale (e soluzioni, si spererebbe, altrettanto globali) ha preso tutto il peso che potrebbe avere, nella riunione di Washington a novembre. Il presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama a Washington ha mandato solo degli emissari, ma è possibile che le sue preferenze si rivolgano a una struttura più ampia. La prossima riunione si terrà a Londra con l'anno nuovo.

Invece, per il circolo ristretto della Maddalena, un cartoncino d'invito a paesi esterni è previsto. Quest'anno al vertice- che riunisce i capi di Stato e di Governo di Italia, Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone, Russia, nell'arcipelago sardo della Maddalena - l'Italia inviterà Sudafrica, Messico, India ed Egitto, attori «non solo economici ma politici» come dice Frattini. E altri ne arriveranno per la Conferenza internazionale sulla stabilizzazione di Pakistan e Afghanistan che l'Italia vuole organizzare, come ha annunciato Frattini, e che dovrebbe essere il momento di punta dell'azione politica italiana: servirà la presenza di «attori della regione» come Arabia Saudita ed Emirati Arabi.

In tempi di crisi economica, paradossalmente il G8 punta sui temi politici. Si dice che per la Gran Bretagna ad esempio l'anno 2009 potrebbe essere il più aspro dal 1946 in materia di recessione. Ma è difficile che dalla Maddalena escano strategie vincenti e condivise fra i Grandi 8, soprattutto quando è evidente che le vere strategie dovrebbero avere respiro ben più globalizzato: che senso ha discutere di gestione della crisi economica tenendo ai margini paesi come la Cina e l'India?

D'altra parte i bombardamenti israeliani su Gaza pongono una nuova sfida ai potenti del mondo e dimostrano purtroppo l'inefficienza di meccanismi come il Consiglio di Sicurezza dell'Onu paralizzato dai meccanismi dei veti incrociati.

La sfida per la presidente italiana è evitare che il vertice sardo diventi solo un salotto. Con invitati eccellenti e ampio spazio per il gossip, dall'apparizione di Obama che svetterà fra i colleghi, agli abiti di Michelle e di Carla Bruni.