19 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Maltempo e nubifragi, appello LAV a Presidente Regione

«Stop alla caccia, fauna in difficoltà»

Gli animalisti a Lombardo: «Anche la Sicilia segua l’esempio del Piemonte che ha sospeso l’attività venatoria per freddo e pioggia»

Sospendere immediatamente ogni attività di caccia nelle aree colpite dall’ondata di maltempo e dai nubifragi ed in quelle limitrofe, dove si rifugia la fauna sopravvissuta. E’ questo l’appello che la LAV rivolge al Presidente della Regione Siciliana, on. Raffaele Lombardo, in applicazione della legge statale sulla caccia n. 157 del 1992 che, all’art. 19, affida alle regioni il potere-dovere di sospendere la caccia in caso di avverse condizioni climatiche e stagionali. La Giunta regionale del Piemonte ha già deliberato la sospensione dell’attività venatoria proprio per tutelare gli animali da freddo e pioggia, e la LAV chiede che anche la Sicilia segua l’esempio.

«Chiediamo di fermare i fucili dei circa 51mila cacciatori siciliani – dichiara Ennio Bonfanti, responsabile regionale «fauna» della LAV – perché  maltempo, freddo e alluvioni stanno già debilitando e facendo soffrire migliaia di animali selvatici, che rischiano anche la morte. La Regione Siciliana ha già chiesto ufficialmente al Governo la dichiarazione dello stato di calamità per le attività umane in vaste aree, chiediamo al Presidente Lombardo di essere coerente e, quindi, di occuparsi anche dei gravi danni già subiti dal patrimonio faunistico».

La LAV Sicilia rende note le specie più a rischio che necessitano di un immediato stop della caccia: anzitutto i mammiferi, che non riescono più a trovare cibo e rifugio nei prati e campi allagati. Per i conigli, inoltre, il danno si aggrava in quanto sono già in riproduzione ed il vigente Calendario venatorio prevede, in maniera scellerata, l’allungamento del periodo di caccia fino al 21 dicembre, anche con l’uso del furetto nelle tane! Poi è la volta dei piccoli migratori che da Europa e Russia raggiungono la Sicilia per svernare: tordi bottacci, tordi sasselli, merli, ecc. Nei terreni allagati, inoltre, gli uccelli terricoli come i fagiani hanno difficoltà a trovare cibo, mentre per  volpi e cinghiali (anche in riproduzione) le cacce con cani nella tana ed in battuta – autorizzate dal Calendario in pieno inverno – in queste condizioni si trasformerebbero in vere mattanze non lasciando alcuno scapo agli animali già debilitati.

«E’ irrazionale che la Regione, da una parte, chiede la dichiarazione dello stato di calamità per l’agricoltura e gli altri settori produttivi mentre, dall’altra, non ferma le doppiette che uccidono la fauna scampata alle medesime calamità – conclude Bonfanti – In queste condizioni peraltro gli animali, pur di trovare cibo e salvezza, sono costretti ad avvicinarsi alle zone abitate, alle strade e casolari di campagna, diventando così facili bersagli delle doppiette».