18 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Urbanistica e territorio

Nuovo planisfero evidenzia le tendenze dell'urbanizzazione

Più della metà della popolazione mondiale vive attualmente a una distanza da una grande città percorribile in un tempo massimo pari a un'ora

Più della metà della popolazione mondiale vive attualmente a una distanza da una grande città percorribile in un tempo massimo pari a un'ora, ma solo il 10% delle regioni della terra è situato a più di 48 ore di distanza da un centro urbano. Queste sono solo due delle scoperte rese possibili dalla nuova carta mondiale dell'urbanizzazione creata dal Centro comune di ricerca (CCR o JRC) della Commissione europea per il rapporto 2009 della Banca Mondiale sullo sviluppo (World Development Report 2009).

Il CCR e la Banca Mondiale hanno sviluppato un nuovo criterio di misura per lo studio delle tendenze dell'urbanizzazione, denominato «indice di agglomerazione». Gli studi svolti in precedenza ricorrevano alle definizioni di aree urbane fornite a livello nazionale, che spesso variavano da paese a paese. Per l'identificazione delle aree urbane, l'indice di agglomerazione ha considerato, accanto al parametro della densità di popolazione, i tempi di percorrenza necessari per raggiungere i centri urbani delle 8.500 principali città del globo con più di 50.000 abitanti. Il tempo di percorrenza è stato calcolato sulla base delle caratteristiche del terreno e delle infrastrutture di trasporto presenti in loco.

Gli studi condotti dagli scienziati hanno evidenziato che circa il 95% della popolazione mondiale vive in un'area pari ad appena il 10% delle aree disponibili, mentre più della metà della stessa vive in zone situate al massimo a un'ora di distanza da una grande città.

Esistono tuttavia profonde differenze tra i paesi industrializzati e i paesi in via di sviluppo. Nel mondo industrializzato l'85% della popolazione vive a una distanza da una grande città percorribile in un tempo massimo pari a un'ora; nei paesi in via di sviluppo, dove il numero di grandi città è più contenuto, la percentuale si attesta appena al 35%. Alcune delle differenze possono inoltre essere riconducibili alle modalità di trasporto più rapide a disposizione dei pendolari nelle nazioni industrializzate, come migliori infrastrutture stradali e un sistema di trasporto pubblico più veloce. Nelle nazioni in via di sviluppo, i pendolari ricorrono spesso a modalità di trasporto più lente: si spostano a piedi, in bicicletta o per mezzo di autobus malfunzionanti che circolano su strade non soggette a manutenzione.

L'accesso alle aree urbane coincide con l'accesso ad alcune delle migliori strutture culturali, educative e sanitarie. Le aree urbane offrono, inoltre, possibilità professionali e costituiscono il centro per la comunicazione e per il trasporto.

Questa aumentata connettività presenta anche un altro aspetto: la carta evidenzia che le regioni selvagge della terra si trovano attualmente a una distanza dai centri urbani inferiore rispetto al passato. Appena il 10% delle aree della terra sono poste a una distanza da una grande città la cui percorrenza richiede più di 48 ore. La densità di popolazione in Europa è particolarmente elevata. «Non è rimasta pressoché nessuna area selvaggia» ha affermato Alan Belward del CCR a Notiziario CORDIS.

«Abbiamo unito varie fonti di informazioni con le tecnologie cartografiche più all'avanguardia per creare un prodotto per la Banca Mondiale che fosse unico e al passo coi tempi» ha osservato Leen Hordijk, direttore dell'Istituto dell'Ambiente e della Sostenibilità presso il CCR. «La carta da noi creata solleva una domanda: per quanto tempo ancora gli ecosistemi remoti rimarranno tali? Molti di questi sono di fondamentale importanza per il buon funzionamento del nostro pianeta.»

«Le tecnologie di rilevazione e modellazione assistita, come quelle sviluppate dal CCR, restituiscono un'immagine eccezionale del nostro pianeta, un'immagine che dimostra la crescente connettività, in modo particolare in Europa» ha aggiunto il commissario europeo per la scienza e la ricerca Janez Potocnik. «Questo mette in luce quanto sia importante una gestione sostenibile delle nostre risorse, del nostro stile di vita e della nostra economia.»

Gli scienziati si augurano nel frattempo che l'«indice di agglomerazione» appena creato si dimostri uno strumento utile per coloro che studiano gli impatti dell'urbanizzazione.