3 settembre 2025
Aggiornato 19:00
Problema Mezzogiorno

«Un manifesto ed un’agenda per il Sud»

Il segretario regionale del Pd di Basilicata, Piero Lacorazza ha scritto ai segretari regionali del sud

L’appello all’autocritica rivolto alla classe dirigente meridionale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e la sua considerazione su una «clamorosa caduta di attenzione, di interesse, di volontà politica nel riproporre il problema Mezzogiorno» hanno spinto il segretario regionale del Pd di Basilicata, Piero Lacorazza, a prendere carta e penna e scrivere ai segretari regionali del sud.

Lacorazza parte dalla giornata di seminario dello scorso 21 ottobre a Potenza, alla presenza di Pierluigi Bersani e Sergio D’Antoni, dalla quale è scaturito un documento in cui si sostiene che un nuovo Mezzogiorno è possibile se trova in una dimensione euromediterranea un inquadramento strategico di incalcolabile portata non solo per le regioni meridionali, bensì per l'intero sistema-Paese.

Da questo punto di vista appare, per molti aspetti, paradossalmente autolesionistico un certo spirito antimeridionalista che, sull'onda di un pur innegabile acutizzarsi dei cronici fenomeni di devastazione civile, continua ad essere alimentato da taluni ambienti della classe dirigente di questo Paese. La verità è che il Mezzogiorno non ha ancora regolato i suoi conti storici con il Paese. La dotazione di infrastrutture è ancora troppo al di sotto dei livelli medi del resto dell’Italia. Aumentare il volume degli investimenti pubblici «ordinari» nel Sud è un’esigenza di equità oltre che di lungimiranza. La necessità di «ordinarietà» dei trasferimenti dello Stato è il punto dal qual partire per dare forza al valore che unitarietà e vocazione dei territori possono assumere nel nuovo ciclo di programmazione comunitaria. E’ un momento di passaggio fondamentale per far svoltare il Mezzogiorno in questa direzione, a metà strada tra spirito di Lisbona e governo dei territori, in una logica di forte cooperazione tra diversi livelli di governo. E’ dentro questo contesto che più e meglio dobbiamo affrontare i temi e le questioni poste dal federalismo fiscale.

«Per leggere correttamente le potenzialità del Mezzogiorno – scrive Lacorazza - è necessario abbandonare un approccio di tipo deterministico. I vincoli, ma anche le opportunità, sono soggetti a modificazioni, anche improvvise, nel corso del tempo. L'azione politica, gli interventi pubblici, le trasformazioni delle condizioni di contesto influiscono sui contenuti e sull'intensità di queste modificazioni.

Per dare corpo a questa idea, per sostanziarla e declinarla in azioni, e infine per offrire al pensiero democratico per il Mezzogiorno una reale opportunità di divenire progetto, è necessario che le classi dirigenti meridionali del Pd diano concretezza alle parole di Napolitano e provino a far sintesi tra esse per la costruzione di un partito che nel Sud si strutturi e si articoli proprio intorno ad un pensiero e ad un progetto. Per offrire alle comunità meridionali, ormai sempre più penalizzate, una nuova fiducia in una rinnovata classe politica.

Nell’idea di Lacorazza non c’è un «Partito del Sud» ma la proposta di valutare «la costituzione di un coordinamento che, oltre alle rappresentanze politiche ed istituzionali, coinvolga fondazioni, centri studi e personalità del mondo economico, sociale ed accademico. C’è bisogno di un Manifesto per il Sud attraverso il quale aggregare interessi, motivare e coordinare le tante rappresentanze istituzionali di cui disponiamo. Un manifesto ed un’agenda per il Sud utile anche per affrontare le prossime scadenze elettorali. Un manifesto ed un’agenda per il Sud dai quali partire anche per valorizzare la nostra vocazione maggioritaria ed aiutare il corso di una nuova alleanza di centrosinistra».