29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Servizio civile

«Il Governo vuole costingere i giovani che prestano servizio civile a pagarsi i contributi di tasca propria»

Un ulteriore colpo di maglio al servizio civile già pesantemente penalizzato dal taglio delle risorse previsto dalla Legge Finanziaria

Il Governo, non contento di ciò, ha inserito, nel decreto legge 185 del 29 novembre 2008 recante «misure urgenti per il sostegno alle famiglie, lavoro e occupazione», all’art. 4 comma 2, una disposizione che mette a carico dei giovani che chiedono di fare servizio civile il costo dei contributi previdenziali relativi al periodo in cui viene svolto.
Finora tale costo era a carico dell’Ufficio nazionale per il servizio civile. Se passerà questa disposizione, i giovani dovranno pagare i contributi di tasca propria con un successivo riscatto.

La norma non solo contraddice la volontà più volte espressa e pubblicizzata mediante spot televisivi di offrire ai giovani un’opportunità per fare un servizio volontario in attività di grande rilievo sociale per il Paese, ma appare del tutto irragionevole anche in relazione al fatto che il servizio civile è nato come sostitutivo di quello militare.

Quest’ultimo ha goduto e ancora gode del regime dei «contributi figurativi», dunque l’onere previdenziale non è a carico di coloro che prestano il servizio militare.

Un duplice errore dunque: non solo una disparità di trattamento tra giovani che volontariamente optano per il servizio militare e quelli che scelgono il servizio civile; ma altresì una sostanziale svalorizzazione e marginalizzazione di un’esperienza di servizio volontario che in questi anni ha dato grandi risultati e ha coinvolto diverse centinaia di migliaia di giovani.