29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Tagli Finanziaria

Enti Locali a rischio-collasso tra il 2009 e il 2010

Questo il grido d'allarme lanciato oggi, con numeri alla mano, nel convegno organizzato dal dipartimento Enti Locali del PD della Toscana

L'attività di comuni e province e i servizi che offrono ai cittadini tra il 2009 e il 2010 rischiano il blocco totale: le gravi situazioni di bilancio per gli enti locali che hanno fatto investimenti e programmazioni economiche sulla base delle previste entrate di Ici e trasferimenti dello Stato che oggi sono venute a mancare con le decisioni del Governo, e la difficoltà di ottenere credito dal sistema bancario rende molto consistente il rischio-collasso di tutto il sistema.

Questo il grido d'allarme lanciato oggi, con numeri alla mano, nel convegno organizzato dal dipartimento Enti Locali del PD della Toscana, in collaborazione col gruppo consiliare regionale, svoltosi a Palazzo Panciatichi, sede del consiglio regionale a Firenze, in cui sono intervenuti Marco Remaschi, responsabile enti locali del Pd della Toscana, Alberto Monaci, capogruppo Pd in consiglio regionale, Cesare Cava, segretario Legautonomie Toscana, Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno e presidente Anci Toscana, Lio Scheggi, presidente provincia di Grosseto e presidente Upi Toscana, Oreste Giurlani, sindaco di Fabbriche di Vallico e presidente Uncem Toscana, e l'on. Paolo Fontanelli, responsabile nazionale enti locali del Partito Democratico.

Il responsabile Enti Locali del Pd toscano e consigliere regionale Marco Remaschi ha tratteggiato il quadro della prossima legge Finanziaria: «Sono previsti tagli di oltre 17 miliardi di euro a Regioni ed Enti Locali, c'è quindi un forte problema di tenuta del welfare locale, fiore all'occhiello del modello toscano. Sono tagli così pesanti che neanche la crescita dei trasferimenti regionali agli Enti Locali, registrata negli ultimi due anni (+4,9% da 70 milioni di euro del 2007 al 74 nel 2009), può compensare. L'iniziativa del Pd è finalizzata ad orchestrare una proposta che compete al maggior partito d'opposizione».

Alberto Monaci, capogruppo Pd in Consiglio Regionale ha aggiunto: «Questa Finanziaria è la conferma di una «strategia» del Governo di centro destra di penalizzare gli Enti Locali. Non solo con i tagli ai trasferimenti, ma anche con le recenti iniziative contro la crisi economica. Si tratta di provvedimenti una tantum demagogici il cui costo poteva andare invece a recuperare risorse per i servizi che i comuni erogano ai cittadini e che potevano essere più incisivi in termini di risposta ai loro bisogni».

«Solo per l'Ici sull'abitazione principale - dice Cesare Cava, segretario Legautonomie Toscana - mancano 260 milioni di euro: somme che i comuni introitavano e che lo Stato si era impegnato di versare dopo l'eliminazione dell'Ici. Mentre per l'Ici sugli immobili rurali, su cui ai comuni è stato detto di mettere a bilancio le somme che avrebbero introitato, mancano 509 milioni di euro: soldi che i comuni avevano già messo a bilancio, su cui avevano fatto programmazione di servizi e investimenti e che ad adesso lo Stato non dà rassicurazione sulla compensazione con altri trasferimenti. Tra il 2009 e il 2010 - avverte Cesare Cava - stando così le cose, gli enti locali non potranno più erogare alcun servizio per mancanza di fondi e si andrà al collasso del sistema». «Sottolineo il fatto che sugli immobili il Governo ha eliminato le tasse comunali ma ha lasciato intatte tutte quelle che introita direttamente lo Stato».

I comuni maggiormente colpiti da queste mancate entrate sono quelli di montagna che, se la situazione non cambia, non saranno neanche in grado di erogare i servizi minimi. Nelle stesse condizioni versano le Province, realmente a rischio chiusura. Nel corso del dibattito si è posto anche il problema di un ripensamento dell'intero sistema fiscale: non si può pensare di trasferire competenze agli enti locali senza prevedere delle entrate che finanzino queste competenze. Alle province, ad esempio, si è attribuita competenza su ambiente e viabilità senza prevedere delle fonti di entrate certe collegate, per lo svolgimento dell'attività che comporta l'occuparsi di queste materie non può esserci vera autonomia senza un tributo proprio.

I comuni maggiormente colpiti da queste mancate entrate sono quelli di montagna che, se la situazione non cambia, non saranno neanche in grado di erogare i servizi minimi. Nelle stesse condizioni versano le Province, realmente a rischio chiusura. Nel corso del dibattito si è posto anche il problema di un ripensamento dell'intero sistema fiscale: non si può pensare di trasferire competenze agli enti locali senza prevedere delle entrate che finanzino queste competenze. Alle province, ad esempio, si è attribuita competenza su ambiente e viabilità senza prevedere delle fonti di entrate certe collegate, per lo svolgimento dell'attività che comporta l'occuparsi di queste materie non può esserci vera autonomia senza un tributo proprio.