Scoperta una fabbrica clandestina nel casertano
Sequestrati, nel territorio controllato dal clan dei “casalesi”, un locale, varie attrezzature industriali e merce con marchio di fabbrica contraffatto. Due responsabili denunciati a piede libero
Prosegue incessante l'attività di vigilanza e controllo economico del territorio da parte della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Napoli nei confronti della criminalità organizzata.
I militari del Nucleo di Polizia Tributaria hanno infatti sequestrato un opificio clandestino di scarpe, ubicato ad Aversa (CE).
Nel corso del controllo del territorio, fortemente condizionato dall’invasiva presenza del clan dei «casalesi», i finanzieri sono intervenuti all’atto della conclusione di una compravendita di «false» scarpe di un noto marchio nazionale. L’irruzione a sorpresa all’interno della fabbrica clandestina, ha permesso di cogliere sul fatto il titolare ed un lavoratore, irregolare, ancora intenti alla lavorazione ed al confezionamento di ulteriore merce.
Sono stati sequestrati alcuni punzoni riportanti il marchio di fabbrica contraffatto, nonché prodotti in corso di lavorazione e finiti, e tutta la catena produttiva: 23 macchinari industriali, 2 banchi da lavoro, 1.208 suole, 216 tomaie, 140 forme per tomaie, 10 fustelle metalliche e numerosi adesivi.
Inoltre, le Fiamme Gialle hanno scoperto un settore «vendite» ben organizzato, costituito da un campionario completo di 91 paia di scarpe già confezionate nonché cataloghi fotografici degli esemplari prodotti.
Al termine dell’intervento sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria i campani P.N., 48 anni ed il trentaduenne R.S., rispettivamente venditore ed acquirente, già gravati da precedenti specifici, per i reati di contraffazione e ricettazione.
L’odierna operazione contribuisce ad assestare un ulteriore duro colpo alle organizzazioni dedite alla produzione ed immissione sul mercato di prodotti con marchio contraffatto e che alterano gli equilibri economico finanziari, i meccanismi della libera concorrenza, danneggiando, in tal modo, non solo le case produttrici e di distribuzione ma anche tutti coloro che operano lecitamente nel circuito commerciale nonché gli acquirenti in buona fede impedendo l’arricchimento delle organizzazioni criminali.
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