29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
LAV: «No colpi di spugna a norme»

Federfauna chiede riproduzione di selvatici in cattività e reimmissione in natura

«Problematico il ritorno in natura, necessario proteggere habitat e specie da azioni aggressive umane»

Stravolgendo completamente il significato del percorso intrapreso dall’Unione Europea per arrestare la perdita della biodiversità, ormai a livelli di grande criticità, la neonata (2008) associazione di Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali (FederFauna) ha proposto al Ministro dell'Ambiente, in nome della salvaguardia della biodiversità, un colpo di spugna sulle norme che regolano la riproduzione in cattività di animali selvatici proponendo di «elaborare progetti concreti su come poter utilizzare animali selvatici nati in cattività per la riimmissione in natura».

I maggiori rischi per la sopravvivenza di queste specie nell’ambiente naturale è dovuta proprio alla scomparsa degli habitat (deforestazione, agricoltura, allevamenti) oltre alla caccia (di frodo o per salvaguardare colture ed allevamenti). Un tempo si riteneva semplicisticamente che un animale nato in cattività potesse essere liberato. Ma, come hanno ammesso illustri scienziati e ricercatori, immettere in natura animali nati e vissuti in cattività comporta difficoltà enormi di adattamento e di sopravvivenza.

La stragrande maggioranza degli animali detenuti da circhi, zoo e allevatori, non solo sono specie selvatiche ma alloctone od esotiche che dir si voglia, animali che abitano quindi ambienti assolutamente diversi da quelli tipici italiani, dalla savana africana alle foreste pluviali.

«A parte la non condivisibile dichiarazione che rivendica agli associati (circhi, zoo, negozi di animali) ‘una figura di protagonisti nella conservazione delle specie’ - dichiara Nadia Masutti, responsabile LAV settore Esotici, Circhi e Zoo  - ci preme rappresentare i dubbi sorti dalla lettura della proposta che si pone in netta controtendenza con gli sforzi dell'Unione Europea e  dell'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN). Conservare la biodiversità proteggendo le specie è un dovere etico dell’umanità; è l’uomo, infatti, ad essere il principale concorrente di molte specie biologiche. In passato la protezione si concentrava unicamente sulle specie stesse. Oggi passa invece anche attraverso la salvaguardia dei loro spazi vitali.»

Esistono nei paesi d’origine delle varie specie, specifici parchi attrezzati per il recupero e la reimmissione in natura di animali autoctoni e quindi per la salvaguardia delle specie in pericolo. Strutture che FederFauna potrebbe aiutare.