25 aprile 2024
Aggiornato 03:30
ENPA contraria

Comincia oggi al Senato la discussione sulla deregulation venatoria

Nella Commissione «Territorio, ambiente, beni ambientali» del Senato l'esame dei disegni di legge che puntano a stravolgere - peggiorandola – l'attuale legge sulla caccia

Comincia oggi nella Commissione «Territorio, ambiente, beni ambientali» del Senato l'esame dei disegni di legge che puntano a stravolgere - peggiorandola – l'attuale legge sulla caccia. Le proposte puntano a introdurre, di fatto, una deregulation dell'attività venatoria con il prolungamento della stagione (fino a includere le fasi di migrazione e di nidificazione degli uccelli), l'allargamento del carniere a specie protette, la depenalizzazione dei reati venatori.

Contro queste ipotesi l'Enpa si batterà a fondo, convinta di interpretare la volontà dell'82,5% degli italiani i quali, interpellati in occasione del sondaggio Enpa-Eurisko, si sono dichiarati contrari a ogni ipotesi di ulteriore liberalizzazione della caccia mentre il 74,1% del campione intervistato si è dichiarato del tutto contrario all'attività venatoria. Le priorità, secondo Enpa, vanno nella direzione opposta alla liberalizzazione selvaggia alla quale puntano le proposte in discussione al Senato: occorre infatti aumentare la tutela dell'ambiente, la biodiversità è già gravemente compromessa e merita urgenti misure di protezione.

E proprio mentre il Parlamento avvia la discussione di norme inaccettabili, il Paese rischia il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea a causa del ricorso ingiustificato e indiscriminato alle deroghe di caccia sui piccoli uccelli protetti. L'Italia, per questo, rischia una pesante condanna. Questa maggioranza di governo va contro le esigenze della natura – che richiede invece una maggiore attenzione e misure più incisive – e contro la volontà della stragrande maggioranza degli italiani. Enpa è contraria a ogni ipotesi di peggioramento delle regole venatorie e annuncia ogni iniziativa utile per contrastare gli obiettivi di chi vuole poche e «flessibili» regole per le «doppiette».