20 aprile 2024
Aggiornato 05:00
I Cattolici del PD

Democrazia sociale, democrazia politica

Franceschini chiude la tre giorni di «Quarta Fase», tra fede, scuola ed economia

Sono stati tre giorni intensi quelli passati dagli aderenti di Quarta Fase ad Assisi, occasione per un’analisi articolata del ruolo dei cattolici nel PD.
Aprendo il convegno Giuseppe Fioroni davanti a una platea di ex popolari sceglie di fare una «doverosa precisazione: non siamo qui a celebrare i riti di una corrente, magari nello stile vecchio di un tempo.

Siamo leali alleati di Veltroni: con lui condividiamo la costruzione del partito e in questa alleanza abbiamo portato i nostri principi. E' proprio per questo che noi abbiamo una sola tessera: quella del PD. Siamo qui per spogliarci delle nostre ambizioni ristrette e per mostrare al contrario la volontà di poter contribuire, con la passione delle idee e la voce della speranza, alla formazione di quell'unica ambizione importante che s'incarna nei destini di un Partito in cui si collocano e si rinnovano lo spirito, la cultura, la tensione del riformismo italiano di matrice democratica e popolare».

Fioroni ha descritto il rapporto tra i democratici e la Chiesa, come un rapporto ondivago, «ora entusiasta ora ipercritico, che troppo spazio lascia al disinvolto apostolato dei nostri avversari di centrodestra». Per fioroni si tratta di riduzionismo, e si spiega: «Quando il Papa annuncia una parola di pace o sollecita un di più di solidarietà e di rispetto per i poveri di questa terra, ci predisponiamo spontaneamente a fare gli elogi più convinti e appassionati. Diversamente, quando lo stesso Pontefice richiama la comunità civile e le istituzioni a prevenire lo spettro di un freddo dominio della tecnica e della scienza, vuoi perché si discute del testamento di fine vita o vuoi perché ci si interroga sulle possibilità di manipolare l'embrione, ecco che insorge una reazione pregiudiziale, e a suo modo ideologica contro le presunte ingerenze della Chiesa. E' del tutto evidente che in questo squilibrio di atteggiamenti, ora entusiastici ora ipercritici, si annida la debolezza della nostra linea». E lì c’è lo spazio per «l’apostolato disinvolto dei nostri avversari, più che altro interessati a surrogare la speranza cristiana con uno scampolo di religione civile e a ricercare in alcuni casi una tutela vagamente sacrale alla domanda, oggi cruciale, di sicurezza e stabilità».

A don Luigi Sturzo si è' rifatto Franco Marini che nella sua relazione ha parlato della capacità dei cattolici di «decidere in coscienza» in merito alle scelte imposte dal proprio impegno politico, a prescindere dal loro essere praticanti nella vita religiosa. Per l'ex segretario della CISL e presidente del Senato «l'impegno diretto alla politica è direttamente legato alla sfera individuale ed al proprio senso di responsabilità, serietà e coscienza». Tra gli altri temi toccati da Marini c’è stato il futuro del PD, definito un partito «in fasce, che deve affrontare difficoltà ritenute naturali ma al quale tutti coloro che vi si riconoscono sono chiamati a concedere fiducia. Dobbiamo continuare a insistere, perché il rapporto di fiducia è insostituibile, è ancora più importante della comunicazione, una peculiarità insita nella battaglia della politica».

Tra i tanti interventi si sono distinti Alain Touraine, il sociologo francese chiamato a trattare della dialettica tra dinamiche sociali e processi di globalizzazione, ed il confronto tra Emma Marcegaglia e Raffaele Bonanni.
La presidente di Confindustria e il segretario della CISL hanno lanciato l’allarme recessione, chiedendo politiche anticicliche, perché la crisi globale dei mercati finanziari si sta trasferendo sull'economia reale, con un impatto significativo. Anticipando le cifre che l'ufficio studi di Confindustria annuncerà lunedì, Marcegaglia ha reso noto la stima del Pil del 2009: -0,5%, contro «l'ottimistico» +0,4% formulato appena un mese fa. Le ricette vanno adottate innanzi tutto in sede europea e multilaterale, «uscendo dalla logica per cui si esce dalla crisi ognuno per conto suo, bando agli egoismi nazionali». Per questo pensa a un piano europeo di investimenti sulle infrastrutture e sull'innovazione». Sulla stessa lunghezza d'onda Bonanni, che ha chiesto «misure anticicliche» ed ha anche lui indicato le infrastrutture come campo di investimenti, oltre a quello dell'energia.
Un altro capo di interventi è quello dei salari e delle pensioni che «sono sconocchiati da quattro livelli di tasse»: «occorre un sollievo generalizzato». E i soldi dove si prendono? Bonanni non ha dubbi e cita Visco: «dalla lotta all'evasione fiscale». «Il governo - ha sferzato il leader Cisl - ha rimandato la tracciabilità, e poi dà ai pensionati la carta dei poveri. Così non va. La prima battaglia è l'equità fiscale. Anche perchè un po' di ossigeno a salari e pensioni farebbe ripartire i consumi interni». Le stesse misure indicate dal PD fin dal maggio scorso.

Ha chiuso i lavori il vicesegretario del PD, Dario Franceschini, che ha puntato l’indice proprio contro le ricette economiche dal governo: «I tagli alla scuola decisi dai ministri Giulio Tremonti e Mariastella Gelmini rappresentano una vera e propria macelleria sociale e un attacco alle fasce più deboli – e ha spiegato -quando in una famiglia lavorano entrambi i genitori e la scuola chiude a mezzogiorno e mezzo, e dista 40 chilometri di distanza perché nel frattempo gli istituti dei paesi di montagna sono stati chiusi, ditemi voi se non e' questa una macelleria sociale». Insomma per il vicesegretario del Pd, «la riforma l'ha fatta Tremonti e la Gelmini l'ha solo giustificata». E sulla crisi che in 7 giorni ha fatto bruciare alla borsa italiana un quinto del suo valore sconsolato Franceschini ha ammesso: «Il governo è inerte sull'impatto che la crisi finanziaria sta per avere sull'economia reale, cosa che invece richiederebbe subito delle misure per prevenire i danni. L'impatto della crisi sull'economia reale già c'è come dimostra la difficoltà delle piccole imprese di accedere al credito. Non serve aspettare - ha proseguito l'esponente del Pd - ma prevenire. Il nostro governo invece attende inerte. Non esiste solo il problema del risparmio, anche perchè centinaia di migliaia di italiani questo lo problema non ce l'hanno, dato che non hanno risparmi».
Vanno prese diverse misure: interventi sui salari, un piano «per le infrastrutture che aiuti lo sviluppo e investimenti sulle potenzialità, a partire dal Mezzogiorno che è il grande dimenticato».

Ma.Lau.