29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
«In piazza un’opposizione forte e civile»

Dario Franceschini: «Il Premier si rassegni»

«La crisi economica in atto non cambierà la piattaforma della manifestazione del 25 ottobre»

Dario Franceschini, vice segretario del Pd, sgombera il campo: la crisi economica in atto non cambierà la piattaforma della manifestazione del 25 ottobre. E spiega che la risposta alla natura della manifestazione di piazza è nel dna stesso del Pd.

«Il fatto che in Italia sia tornato un grande partito che non ha l’incubo quotidiano della visibilità per la sopravvivenza, dello 0,1% in più o in meno nei sondaggi, consente di fare un’opposizione moderna che contrasti con tutta la determinazione necessaria in Parlamento e in piazza le scelte del governo che ritiene sbagliate, e, che contemporaneamente non abbia timori di fare la propria parte in un momento di emergenza».
Indica l’America: «Mi pare che Obama e McCain se le stiano dando. Poi si sono seduti di fianco a Bush di fronte al tema emergenza finanziaria e nessuno ha gridato allo scandalo...».

Però, a differenza di Bush, quando il Pd ha teso la mano all’esecutivo ha ottenuto per risposta un «me ne frego»...
«In Berlusconi c’è l’assoluta insofferenza verso le regole di un sistema democratico moderno. L’idea di fondo che lo muove è: «Avendo vinto le elezioni, non sono chiamato a governare il Paese per una legislatura ma divento padrone delle istituzioni». E tutto ciò che ostacola questo suo «diritto» viene vissuto come un fastidio. È un fastidio il Parlamento, sono un fastidio le regole, è un fastidio l’opposizione...».

Ed è un fastidio anche la piazza...
«È un fastidio in generale un’azione dell’opposizione. Però se ne faccia una ragione. Così come abbiamo fatto sull’Alitalia, anche di fronte alla drammatica situazione finanziaria abbiamo messo in campo idee propositive. Negli altri Paesi chi governa dice «grazie» del contributo delle opposizioni. Qui c’è solo una reazione irritata, fatta di insulti. Ragione di più per andare avanti su questa strada. Chi pensa ad un modello di opposizione solo gridato dovrebbe porsi la domanda se non sia proprio quello che vuole Berlusconi...».

Oggi sarà in piazza anche un’altra opposizione al Cavaliere. Diliberto la chiama «la vera opposizione».
«Scelta legittima quella di scendere in piazza. Siamo tutti dalla stessa parte. E troverei molto più utile, anche se con modalità diverse, concentrare l’azione nel contrastare le politiche sciagurate del governo piuttosto che fare una gara a chi è più bravo tra le forze di opposizione».

Quale sarà invece il segno della manifestazione del 25 ottobre?
«Una piazza civile ma forte, piena, è un segnale importante. È innegabile che la manifestazione partecipata che l’allora Cdl mise in campo nel 2006, fece capire che dopo la prima finanziaria si era incrinato qualcosa tra governo e opinione pubblica».

Nel vostro campo troverete la stessa risposta?
«La destra è riuscita a creare una specie di doppio registro, un piano è quello delle cose che fa, l’altro di quelle che annuncia o nasconde. Naturalmente chi è stato toccato da uno dei provvedimenti sbagliati di questi mesi, vediamo la scuola, è in uno stato di mobilitazione. Ma tutto questo non si è ancora trasformato, grazie al secondo livello, alla manipolazione comunicativa, in una reazione sociale. Ci sono tanti segmenti di società profondamente arrabbiati. La manifestazione del 25 li metterà assieme scoprendo questo gioco del doppio registro. Per questo la manifestazione è promossa dal Pd, ma noi non chiediamo che vengano in piazza solo i nostri militanti. La nostra è una manifestazione che nella sua natura resta assolutamente aperta a tutti coloro che volessero aderire...».

Alcuni dicono che l’idea è partita troppo presto...
«Forse c’è qualcuno che pensa che organizzare una grande manifestazione si possa decidere il lunedì per il venerdì. In più non abbiamo deciso il 14 aprila ma solo dopo aver visto i primi provvedimenti del governo. I mesi che sono passati hanno aggravato quella situazione. Adesso tutti dobbiamo rimboccarci le maniche. La riuscita di quella manifestazione sarà molto importante non solo per il Pd, ma anche perché il governo capisca che ha di fronte una parte fortissima del Paese che non starà lì ad assistere».