5 novembre 2025
Aggiornato 08:00
Napolitano: «Se ne va un maestro del costituzionalismo italiano»

Addio a Leopoldo Elia

Noto giurista, professore universitario e senatore nonché ex presidente della Corte Costituzionale, morto nella notte a Roma presso l’ospedale Forlanini dove era stato ricoverato d’urgenza

«E’ stato un maestro del costituzionalismo italiano, per cultura, esperienza vissuta nelle istituzioni, capacità di dialogo e fermezza di convinzioni. Così il presidente della repubblica Giorgio Napolitano saluta Leopoldo Elia, noto giurista, professore universitario e senatore nonché ex presidente della Corte Costituzionale, morto nella notte a Roma presso l’ospedale Forlanini dove era stato ricoverato d’urgenza. Avrebbe compito fra poco più di un mese 83 anni, la maggior parte dei quali dedicati allo studio del diritto.

Era nato a Fano, in provincia di Pesaro, nel 1925, da subito la sua passione per la legge e la storia costituzionale, che lo spinse a laurearsi in Giurisprudenza nel 1959, tanto da diventare nel campo uno dei massimi esperti come libero docente di diritto costituzionale, insegnando nelle università di Urbino, Ferrara, Torino e a Roma come professore ordinario di Diritto costituzionale all'università La Sapienza.

La maggior parte della sua vita professionale Elia l’ha infatti trascorsa nelle Istituzioni: nel 1976 viene eletto giudice della Consulta, e in seguito ricevette il primo mandato da presidente nel 1981, ruolo nel quale fu riconfermato fino l 1985. Come presidente della Consulta, Elia è stato relatore di importanti sentenze tra cui alcune in materia di libertà personale e religiosa, di diritto di famiglia, di diritto sindacale, di diritto elettorale.

Accanto ai numerosi incarichi in veste di giurista, Elia ha avuto anche un ruolo nella politica italiana, fu uno dei più stretti e fidati collaboratori di Aldo Moro, tanto da entrare nel 1986 nella direzione nazionale della Dc e dal 1987 divenne uno dei più stimati esponenti al Senato.

Dopo l’esperienza con la Democrazia Cristiana il suo impegno politico è poi proseguito nel Ppi e nella Margherita, con un seggio in Parlamento fino al 2006. Fu anche ministro nel governo Ciampi nel 1993 prima come degli esteri e poi ministro delle Riforme istituzionali. Fra l'altro, ha presieduto la Commissione affari costituzionali di palazzo Madama e ha fatto parte della Bicamerale per le riforme.

Con lui dunque scompare una delle figure più importanti della storia politica italiana. Un uomo aperto al confronto e al dialogo, un vero statista, anzi come lo definisce ancora Napolitano un «maestro del nostro costituzionalismo» la cui scomparsa suscita profonda commozione in me come in tutti coloro che lo hanno conosciuto da vicino. Uomo di straordinaria probità e mitezza, Elia è stato un maestro del costituzionalismo italiano, per cultura, esperienza vissuta nelle istituzioni, capacità di dialogo e fermezza di convinzioni».

Napolitano ha inoltre ricordato gli anni vissuti insieme in Parlamento, Elia prima nella Dc, poi nel Ppi e nella Margherita e Napolitano prima nel Pci, poi nei Ds. Il presidente, nel ricordare la grande stima e amicizia che lo legavano a Elia, ha rivolto «alla sua figura un pensiero riconoscente per il prezioso contributo che ha dato allo sviluppo democratico del Paese e innanzitutto all'affermazione dei principi e dei valori della Costituzione repubblicana».

La sua morte ha sollevato grande commozione nella politica italiana. Dario Franceschini, vice segretario del Partito Democratico ricorda che «con Elia scompare una delle figure più rilevanti della storia repubblicana. Costituzionalista, maestro e riferimento di generazioni di studiosi, Presidente della Corte Costituzionale, parlamentare, presidente di gruppi, ministro. Ma soprattutto difensore accanito e vigoroso della Costituzione e guida di cattolici democratici di ogni età». Franceshini ripercorre anche gli anni della sua formazione quando appena entrato nella Dc insieme agli altri giovani, ammirava «il suo impegno politico, diretto e appassionato, dopo l’esperienza alla Corte» per ritrovarlo dopo anni «con stupore, vicino nelle battaglie politiche, con spirito ed energia giovanili».

«Di lui – conclude Franceschini – resterà in noi l’insegnamento che si può essere moderati, nei toni e nelle scelte politiche, ma che, quando si tratta di difendere i valori costituzionali e lo Stato di diritto, la moderazione lascia il posto alla passione civile più forte e determinata».

«Con Leopoldo Elia la democrazia italiana perde un uomo di grandissimo livello intellettuale, morale e politico» è il ricordo del segretario del PD Walter Vetroni, che osserva come Elia «era un appassionato della Costituzione ma non un semplice «conservatore» della Costituzion,e ilcui rovello era la ricerca di un equilibrio di pesi e
contrappesi volti a garantire una democrazia efficiente e insieme aperta. La passione con cui negli ultimi anni della sua vita ha seguito le vicende politiche istituzionali, l'impegno profuso a salvaguardia dei principi costituzionali sono stati straordinari e importanti non solo per una parte politica ma per tutto il Paese.

AdO