29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Maroni al Senato per riferire sui fatti di Castel Volturno

«Lo Stato deve rispondere con tutti i mezzi per riaffermare il controllo di legalità sul territorio»

Il ministro dell'Interno ha illustrato le misure del Governo e gli interventi delle Forze dell'ordine per combattere la 'guerra civile' dichiarata dalla camorra allo Stato

Nel casertano, dove degrado ambientale, spaccio, prostituzione, reati legati all'immigrazione clandestina sono una realtà schiacciante, «il Governo intende proseguire con ancora maggiore fermezza nel contrasto alla criminalità organizzata. Lo Stato deve rispondere con tutti i mezzi per riaffermare il controllo di legalità su tutto il territorio nazionale». Questo è il messaggio lanciato dal ministro dell'Interno Roberto Maroni questa mattina dall'Aula del Senato, dove ha riferito sulla situazione dell'ordine pubblico e sui recenti incidenti di Castel Volturno, fornendo dati, ricostruendo scenari e illustrando le misure del Governo e gli interventi delle Forze dell'ordine per reagire a quella che definisce una «vera e propria guerra civile che la camorra ha dichiarato allo Stato».

I dati forniti dalla Polizia criminale sul comune di Castel Volturno, informa Maroni, dicono che nel 2007 c'è stata una flessione dei reati rispetto al 2006 - 1,8% - trend confermato nel primo semestre 2008, e tuttavia nella provincia di Caserta i delitti sono aumentati. Lo scenario criminale descritto dal ministro dell'Interno è fatto di lotte intestine al clan dei Casalesi per il controllo dei traffici di droga, con azioni eclatanti come monito per impedire le collaborazioni con la giustizia, motivo che potrebbe, riferisce Maroni, essere alla base degli omicidi di persone che avevano denunciato estorsioni avvenuti nei mesi scorsi.

La situazione presenta inoltre, secondo Maroni, un elemento nuovo, il tentativo di diffondere un clima di terrore, opportunamente colto dalla magistratura, in particolare partenopea, alla quale il ministro dell'Interno ha dato atto di aver contestato ad Alfonso Cesarano, arrestato per la strage di Castelvolturno del 18 settembre scorso, il reato di strage con finalità di terrorismo.

Le misure adottate dal Governo per rispondere a questa escalation di violenza e illegalità hanno già dato importanti risultati che il ministro ha elencato ricordando, tra le altre, l'operazione del 1 luglio scorso che ha portato a 27 ordinanze di custodia cautelare per altrettanti 'organici' al clan dei Casalesi e all'individuazione degli autori di alcuni omicidi della faida di Villa Literno. Maroni ha citato anche le operazioni che, tra aprile e giugno scorso, hanno portato a più di trenta arresti e al sequestro di beni e società per molti milioni di euro, compresi otto siti di proprietà dei Casalesi destinati allo smaltimento illecito dei rifiuti.

Dopo la strage del 18 settembre, ha proseguito Maroni, lo Stato ha immediatamente fornito la risposta adeguata alla 'guerra di camorra', con l'invio di 400 uomini nella provincia di Caserta, deciso dal Viminale nella riunione operativa del 20 settembre, ed il potenziamento dell'attività investigativa e di intelligence. Questi sforzi hanno portato all'arresto di Cesarano e al fermo di due latitanti, Cirillo e Spagnolo.

Il Consiglio dei ministri riunitosi ieri, ha ricordato ancora il ministro dell'Interno, ha disposto inolte l'invio di 500 militari nelle aree dove c'è un'evidente emergenza criminale per assicurare un più efficace controllo del territorio.

Sottolineando che la sinergia tra Forze dell'ordine, magistratura e investigatori è la strada giusta per battere la criminalità organizzata, Maroni ha ribadito alle Forze di Polizia il 'riconoscimento ed il plauso del ministero dell'Interno e di tutto il Governo per quello che stanno facendo'. A questo proposito, il ministro è tornato sulle polemiche seguite all'arresto di Cesarano, che avrebbe agito mentre era agli arresti domiciliari. Definendo ingiuste le critiche rivolte alle Forze di Polizia - solo a Castel Volturno ci sono 118 persone agli arresti domiciliari da controllare - Maroni ha invitato il Parlamento a studiare insieme con il Governo misure per ridurre i benefici, in particolare quello degli arresti domiciliari, nei confronti degli accusati di reati legati alla criminalità organizzata.