26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Federalismo

Lombardo: «Un patto di consultazione tra le cinque regioni autonome»

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, a Cagliari a una manifestazione per i 60 anni dello Statuto autonomistico sardo

«Non è possibile che i costi dei servizi che sono diversi da Regione a Regione, al nord, al centro o al sud; Tutti devono mettersi nelle condizioni di avere le carte in regola così da affrontare con autorevolezza la trattativa con lo Stato. E’ quello che noi da tempo abbiamo avviato nel settore della sanità, dove stiamo procedendo all’attuazione di un piano di rientro, concordato col Ministero della Salute, che ci costerà certamente in termini di sacrifici, ma che ci consentirà di razionalizzare un settore che oggi grava per il 60 per cento sul bilancio della Regione siciliana».

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, a Cagliari a una manifestazione per i 60 anni dello Statuto autonomistico sardo.
«Dobbiamo, purtroppo, rilevare – ha aggiunto il presidente – che molti problemi in Sicilia ci sono venuti dalla mancata attuazione di alcune norme decisive del nostro Statuto, soprattutto quelle finalizzate al recupero del ritardo con le altre Regioni, volute allora proprio per l’applicazione del principio di solidarietà. Tutto ciò ha fatto sì che i trasferimenti avvenuti, pur dovuti, si siano trasformati in mero assistenzialismo, con le conseguenze a tutti note. Per questo motivo il federalismo deve costituire, innanzitutto, una sfida a noi stessi, soprattutto se sapremo far valere la nostra capacità nell’utilizzo delle risorse».

In conclusione Lombardo si è soffermato sul tema del centralismo. «Facciamo attenzione – ha riaffermato – perché dobbiamo contrastare il centralismo che emerge nell’Unione europea, quando si preoccupa più delle etichette dei prodotti comunitari che delle politiche di sviluppo. Ma che esiste nello Stato, che apparentemente sposta competenze, ma poi pone alle Regioni limiti insuperabili in termini di costi. Come pure nelle nostre Regioni, quando non affidiamo agli Enti locali competenze ed autonomia reali, soprattutto in tema di tributi».

Il presidente Lombardo ha infine rivolto un appello alle cinque Regioni a Statuto speciale: «Torniamo, come si faceva in passato, a riunirci fra noi, magari in termini informali, per far sì che la nostra voce sia più forte ed autorevole, sopratutto quando dall’anno prossimo si dovranno scrivere i decreti attuativi del ddl Calderoli, e si passerà dalle affermazioni di principio alla individuazione concreta delle risorse, l’unica cosa che ci consentirà di dire se stiamo parlando di federalismo solidale, oppure no».