19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Territorio

Si definisce il progetto «Adria Po Valley»

A Verona riunito il gruppo tecnico interregionale

Comincia a prendere corpo in maniera più definita «la Carta di Venezia», il documento sottoscritto nella città lagunare nel febbraio 2007 tra Regione del Veneto, dell’Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e le province autonome di Trento e Bolzano, per determinare la cooperazione nell’ambito dell’Adria Po Valley, il vastissimo territorio che comprende pressoché l’intero Nord Italia. Oggi a Verona, presso la sede dell’amministrazione provinciale, si è tenuta una riunione tra i responsabili tecnici della pianificazione territoriale delle Regioni firmatarie, cui hanno partecipato l’assessore al territorio della Regione del Veneto, Renzo Marangon e il presidente della provincia scaligera Elio Mosele.

L’incontro è servito per un confronto delle metodologie e degli obiettivi per la predisposizione dei rispettivi piani territoriali. In sintesi il coordinamento tecnico ha offerto agli amministratori una visione che rappresenta un territorio fatto di risorse sociali, economiche, ambientali e culturali indicando che l’ambito primario, che i piani territoriali intendono presidiare, è quello delle connessioni e delle interdipendenze fra le varie problematiche esistenti. Tale impostazione mira ad inserire pienamente la Regione economica padano – alpina tra le Regioni più dinamiche e forti dell’Europa, candidandola a svolgere una funzione primaria per lo sviluppo dell’intero bacino mediterraneo e delle relazioni che esso ha con il resto del mondo. La mission territoriale che emerge – è stato precisato al termine- è quindi sintetizzabile nello sforzo comune delle Regioni dell’arco padano alpino per integrare questa realtà economica nello spazio europeo e quale sistema primario di relazioni per assicurare la coesione regionale, internazionalizzare i sistemi locali, innovare e rigenerare il capitale territoriale per accrescere la capacità di competizione in uno scenario globalizzato. Nel suo intervento l’assessore Marangon ha detto che «oggi, mentre tutti stanno predisponendo le rispettive pianificazioni territoriali e quelle europee, si è affermata la consapevolezza della necessità di coordinarsi per dar vita ad una vera macro area capace di individuare e valorizzare le peculiarità comuni e di inserirsi da protagonista nello spazio europeo.

E’ una sfida anche culturale – ha aggiunto – che abbiamo voluto accettare per lo sviluppo compatibile di un territorio nel quale tante vicende si legano al grande fiume Po che lo attraversa. Quella che abbiamo chiamato «Adria Po Valley», rappresenta una realtà territoriale con il 45 % della popolazione nazionale, il 55 % del Pil e il 72 % delle esportazioni. Un’area importante, che funge da traino per tutto il Paese e verso la quale è necessario assumere scelte di sviluppo compatibile, se non vogliamo arrestarne la crescita. Dopo 18 mesi di lavoro, oggi sono emerse cose importanti e concrete, in particolare per quanto riguarda gli indicatori per la gestione dei piani territoriali. A questo proposito – ha precisato Marangon – è significativo che tutte le Regioni abbiano evidenziato indicatori comuni, segno che è veramente possibile un lavoro coordinato. In particolare verranno presentati alla Comunità Europea progetti comuni che ci daranno maggior peso e maggiore forza operativa. All’interno delle politiche di coordinamento avviate – ha poi informato – le Regioni si sono impegnate ad individuare specifiche aree territoriali problematiche, coinvolgendo nella progettazione e realizzazione delle risposte le province e i comuni interessati. Mi riferisco ad esempio – ha concluso Marangon – all’area lombardo veneta comprendente Verona, Mantova, Brescia e il Lago di Garda o a quella emiliano veneta del delta del Po».