Rispondendo ad una interpellanza alla Camera del deputato Fabio Garagnani (Pdl) sulla realizzazione di una nuova moschea a Bologna, il sottosegretario all'Interno Mantovano ha ricordato come: «Tra i compiti del Ministero dell’Interno rientri anche quello di monitorare le differenti realtà associative, composte in tutto o in parte da stranieri, anche di natura religiosa, presenti nel territorio nazionale». «Negli ultimi annni - ha aggiunto Mantovano - è stata dedicata particolare attenzione alla questione riguardante i rapporti tra il radicalismo di matrice islamica e il terrorismo».
Un impegno costante che, come ricordato dal Sottosegretario Mantovano, ha come riscontro concreto nel territorio emiliano l'importante operazione di polizia, conclusa ad agosto con l’arresto di un gruppo di soggetti - per lo più di origine tunisina, gravitanti tra Bologna, Imola e Faenza - accusati dei delitti di associazione con finalità di terrorismo internazionale e truffa in danno di imprese assicuratrici.
Sul progetto di costruzione di una moschea alla periferia di Bologna il sottosegretario Mantovano ha precisato che: » il 'Centro di cultura islamica', ivi presente e referente di una parte della comunità musulmana del luogo, riflette al proprio interno l’articolata – e talora contraddittoria – realtà del panorama islamico nazionale. Il Centro aderisce all’UCOII (Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia), sodalizio che, in base ai propri dichiarati intenti costitutivi, punta a fornire alle comunità di musulmani una serie di servizi di carattere legale e amministrativo, con ciò avendo di mira l’obiettivo di diventare la sola, o quanto meno la principale, rappresentanza di fronte allo Stato italiano.
«L’UCOII - continua il sottosegretario - è da tempo considerata una organizzazione di orientamento radicale, e si è trovata spesso al centro di polemiche dentro e fuori gli ambienti islamici».«Per questo nei confronti di organizzazioni legate direttamente o indirettamente all’UCOII, è doveroso mantenere una posizione di studio e di attento esame di ogni vicenda che le interessi in concreto, per evitare fughe in avanti, o accordi non sufficientemente meditati».
«La vigilanza permane comunque alta, - ha concluso Mantovano - dal momento che offerte di collaborazione rispetto alle frange più violente del mondo antiglobalista sono venute, anche pubblicamente, da figure di rilievo del radicalismo islamico internazionale, ed episodi, o almeno tentativi di collusione e collaborazione, sono stati rilevati dalle autorità di pubblica sicurezza in altre Nazioni, anche se – lo ripeto - per il momento non in Italia».
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