18 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Una richiesta urgente al Governo

Le risorse per i servizi prima infanzia in Veneto

Valdegamberi: «Commissione politiche sociali regioni chiede a Governo esonero da patto stabilità di prima infanzia e non autosufficienza»

Una richiesta urgente al Governo: i servizi sociali continuativi, che non si possono né sospendere né procrastinare, come quelli destinati all’infanzia (asili nido, scuole per l’infanzia) e quelli per la non autosufficienza, siano esonerati dal rispetto del patto di stabilità. Questo preciso invito sarà spedito a Palazzo Chigi e proviene dalla Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni che riunisce gli Assessori regionali competenti, coordinata dall’Assessore veneto Stefano Valdegamberi.

Egli annuncia che la Commissione ha deciso, alla fine dell’incontro tenutosi a Roma, di stilare un documento ufficiale su tutta la questione. «Ho posto con forza ai miei colleghi della altre Regioni – spiega Valdegamberi – il problema allarmante che stanno vivendo molte strutture per l’infanzia che non ricevono i finanziamenti a cui avrebbero diritto per legge. Le Regioni, non potendo sforare il patto di stabilità, sono in pratica ammanettate, non possono liquidare i contributi che consentono l’attività ordinaria dell’accoglienza dei bambini tra i tre mesi e i sei anni pur avendo questi soldi in cassa. C’è stata un’ampia convergenza su queste posizioni e mi auguro davvero – prosegue l’assessore veneto - che il Governo mostri attenzione e sensibilità verso questo fronte delle politiche sociali che tocca, direttamente la vita quotidiana di tutte le famiglie, venete e italiane.

Le risorse sono già stanziate – insiste Valdegamberi - e per quanto riguarda ad esempio il Veneto, si tratta di risorse aumentate considerevolmente tra il 2006 e il 2008 con 13 milioni di euro in più a bilancio per rafforzare il sistema dei servizi. E’ una contraddizione lampante, e inaccettabile che non si possa attingere a queste risorse. Le conseguenze negative di tale stato di cose cominciano a manifestarsi sulle strutture, alcune si stanno indebitando con le banche per disporre di liquidità; quando avranno a disposizione i contributi pubblici saranno costrette a pagare con quelli gli interessi bancari piuttosto che mettere in piedi nuovi servizi per avvicinarsi al traguardo posto dal protocollo di Lisbona. La situazione – conclude – è avvilente. Per quanto mi riguarda continuerò a premere sul Governo affinché si cambi registro. Chiedo alle strutture per l’infanzia venete, in particolare alle scuole per l’infanzia non statali che rappresentano la maggior parte dei servizi veneti che accolgono i nostri bambini e che stanno scrivendo numerose lettere di sollecito agli uffici dell’assessorato, di pazientare ancora perché le risorse ci sono e lavorerò perché i finanziamenti siano liquidati prima possibile».