2 agosto 2025
Aggiornato 06:30
Immigrati e diritto allo studio

Cgil: «Contrarie alla legge e alla logica le dichiarazioni del ministro Gelmini»

Il Ministro in un’intervista a un settimanale ha affermato di voler escludere dalla scuola pubblica i figli di immigrati irregolari

La Cgil critica duramente le affermazioni della ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, Maria Stella Gelmini, che in un’intervista a un settimanale ha affermato di voler escludere dalla scuola pubblica i figli di immigrati irregolari.

Pietro Soldini, responsabile dell’ufficio immigrazione, e Fabrizio Dacrema, coordinatore del dipartimento formazione e ricerca, si rifanno prima di tutto alla legislazione vigente:
La Convenzione sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989, ratificata e resa esecutiva in Italia ai sensi della legge 27 maggio 1991, n. 176;
l’articolo 38 comma 1 del Testo Unico sull’immigrazione che sancisce: «I minori stranieri presenti sul territorio sono soggetti all’obbligo scolastico»;
l’articolo 45 del Regolamento di attuazione del TU che precisa al comma 1: «i minori hanno diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno…»e al comma 3 dello stesso articolo 45 prescrive: «Il collegio dei docenti formula proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi evitando comunque la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri».

«Sono queste – sottolineano Soldini e Dacrema- le linee guida fondamentali affinché la scuola sia strumento di integrazione e di progresso culturale per il nostro Paese; sarebbe corretto applicarle correttamente senza cavalcare ondate di razzismo e xenofobia, più o meno spontanee da parte dell’opinione pubblica, così come apparirebbe dalle dichiarazioni della Ministra dell’Istruzione Università e Ricerca, rese al Magazine del Corriere della Sera di ieri.

«Sono affermazioni contro la logica ed anche in contraddizione con se stessa perché la Ministra sui bambini Rom aveva dichiarato che le impronte dovevano servire per mandarli a scuola ed invece adesso per i bambini immigrati figli di irregolari che a scuola ci vanno e ci vogliono andare, lei li vuole rifiutare. Ci dovrebbe essere un limite alla demagogia, -concludono Soldini e Dacrema- almeno quello della logica».