24 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Elezioni amministrative e voto agli immigrati

Immigrazione, Soldini (Cgil): «Concessione voto è diritto sacrosanto»

«No a legge costituzionale, basta recepimento convenzione Strasburgo»

«Consentire agli immigrati che sono stabilmente residenti nel nostro paese da cinque anni di votare alle elezioni amministrative, ed aggiungerei anche alle elezioni Europee, è un diritto sacrosanto che farebbe bene alle nostra democrazia». È quanto sostiene il responsabile dell’ufficio per le Politiche dell’immigrazione della Cgil Nazionale, Pietro Soldini, in merito alla proposta lanciata dal leader del Pd, Walter Veltroni, e dall’ex ministro, Livia Turco.

Un’iniziativa, giudica Soldini, «sicuramente positiva perché riapre la discussione sul diritto di voto per gli immigrati; e se si vuole fare una discussione seria non serve molto rivangare le contraddizioni e gli errori che su questo tema hanno caratterizzato l’azione e le posizioni espresse in passato sia dal centro sinistra che dal centro destra».

Della proposta del segretario del Pd, aggiunge il sindacalista, «non mi convince, ancora una volta, la proposta di legge costituzionale di riforma dell’articolo 48 della nostra Costituzione: è una posizione vecchia e sbagliata, sulla quale si è incagliato questo tema negli ultimi dieci anni». Al contrario, suggerisce Soldini, «a mio avviso, e anche di autorevoli costituzionalisti, sarebbe sufficiente, per concedere il diritto di voto agli immigrati non comunitari, una legge ordinaria di recepimento del capitolo C della Convenzione fatta a Strasburgo il 5 febbraio 1992; così è stato fatto anche per i cittadini europei, che non sono italiani, e che possono votare alle elezioni amministrative senza inciampi costituzionali. Certo - osserva - per i cittadini europei c’è l’obbligo previsto dal Trattato dell’Unione, ma per i non comunitari a lungo residenti vale il principio di uguaglianza e non discriminazione». Quindi, conclude Soldini, «bando alle chiacchiere e ai tatticismi: ci vuole convinzione, determinazione e chiarezza per fare una battaglia limpida, credibile, convincente e, auspichiamo, vincente».