3 ottobre 2025
Aggiornato 08:30
Scontri e forti tensioni tra Governo e Opposizione

Thailandia: dichiarato lo stato d'emergenza

Il comandante dell'esercito incarito di riportare l'ordine della capitale

A seguito di violenti scontri tra sostenitori e avversari del governo, il primo ministro thailandese Samak Sundaravej ha dichiarato lo stato di emergenza a Bangkok e incaricato il comandante dell'esercito di riportare l'ordine della capitale. E mentre la Commissione elettorale speciale raccomanda di sciogliere il Partito del potere popolare, gli oppositori minacciano di non andarsene dalle sedi occupate.

Sundaravej ha imposto restrizioni agli organi di stampa e, più in generale ai media: limitazioni del diritto di cronaca e delle attività che minano la pubblica sicurezza. Nella notte migliaia di manifestanti pro e contro il governo si sono affrontati violentemente a Bangkok nei dintorni della sede governativa tuttora occupata dai militanti del PAD, partito dell'Alleanza popolare per la Democrazia, che chiede le dimissioni del premier e del suo governo. Secondo fonti mediche gli scontri hanno causato un morto e 38 feriti.

Per il primo ministro, lo stato d'emergenza non durerà più di pochi giorni, quelli necessari a far cessare le polemiche. In una conferenza stampa trasmessa dalla televisione di stato ha dichiarato: «Farò del mio meglio per normalizzare la situazione il più presto possibile». E in merito all'occupazione della sede del governo e dell'emittente televisiva NBT ha puntualizzato: «Nessuno di loro ha il diritto di fare quello che ha fatto, non avevamo altra scelta che dichiarare lo stato di emergenza per risolvere il problema una volta per tutte».

L'opposizione sostiene che Samak stia governando il Paese per conto dell'ex premier Thaksin Shinawatra, deposto nel 2006 con un golpe e il cui partito è stato messo al bando. Nonostante la dichiarazione dello stato d'emergenza, il movimento di protesta, per voce del leader Chamlong Srimuang, si è rifiutato di abbandonare la sede governativa: «Non ci sono abbastanza prigioni per metterci tutti noi dentro».

Nel frattempo la Commissione elettorale straordinaria thailandese creata ad hoc per valutare le accuse di brogli che avevano gettato un’ombra sulle elezioni del 2006 ha raccomandato al governo di sciogliere il Partito del potere popolare per frodi elettorali, infliggendo un altro colpo al primo ministro Samak Sundaravej. Con voto unanime, i cinque membri della Commissione hanno giudicato il Ppp colpevole di aver comprato voti durante le elezioni generali. Ci vorranno ora parecchi mesi perché la Corte suprema di giustizia si esprima in merito. Nel caso di colpevolezza, oltre 30 alti dirigenti del partito perderebbero il posto di lavoro e sarebbero interdetti da qualunque attività politica per cinque anni.

A tentare di rasserenare il clima fin troppo teso sono servite le dichiarazioni del generale Paochinda, comandante delle forze armate di Bangkok: «Noi puntiamo a migliorare la comprensione tra i thailandesi e rendere ben chiaro a tutti che ci può ancora essere una soluzione pacifica tramite i negoziati». Per questo i soldati impiegati non avranno a disposizione armi da fuoco ma solo scudi, bastoni, gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per prevenire ulteriori scontri.

Non è stato proclamato alcun coprifuoco, né si sono visti carri armati nelle strade ma molte scuole e negozi sono tuttora chiusi. Sebbene l'aeroporto sia rimasto aperto, il turismo ha subito un durissimo colpo. Nazioni come Australia, Corea del Sud e Singapore hanno sconsigliato ai propri cittadini di recarsi in Thailandia. Il ministero degli esteri italiano ha pubblicato online una serie di informazioni utili ai viaggiatori che dovessero recarsi nelle zone calde della Thailandia.

A.Dra