19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
A causa di evasione e sommerso, la pressione fiscale effettiva è al 51,6%

Guerrini: “Con federalismo stop a spirale perversa ‘tassa e spendi’”

Lo ha sollecitato il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini durante la Summer School organizzata ieri e oggi da Confartigianato sul tema del federalismo fiscale

«Nel dibattito politico sul federalismo chiediamo più pragmatismo e meno ideologia: mi auguro che il Governo e l’opposizione trovino presto una soluzione condivisa. La considero indispensabile per portare a compimento la riforma federalista che dovrà permettere di interrompere la spirale perversa del ‘tassa e spendi’».
Lo ha sollecitato il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini durante la Summer School organizzata ieri e oggi da Confartigianato sul tema del federalismo fiscale.

Il Presidente Guerrini e il Segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli hanno ricordato che «gli artigiani e i piccoli imprenditori sono fortemente interessati alla riforma federalista per avvicinare il luogo del prelievo a quello della spesa come condizione essenziale per responsabilizzare l’azione degli amministratori pubblici locali. Il federalismo deve essere un’occasione per ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione, per eliminare le sovrapposizioni tra livelli di governo, l’oppressione burocratica, per far sì che alla tassazione corrispondano servizi pubblici efficienti. Ma i piccoli imprenditori si aspettano anche la riduzione della pressione fiscale e dell’evasione fiscale».

Secondo un rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato il fenomeno dell’evasione fiscale e del sommerso determina un appesantimento della pressione fiscale effettiva, ovvero della pressione fiscale sopportata dai contribuenti onesti.
Confartigianato ha calcolato che il valore aggiunto prodotto dal sommerso per il 2006 è compreso tra il 15,3% e il 16,9% del PIL e che il valore dell’evasione fiscale nel 2007 è pari a 107,1 miliardi di euro.

Sulla base di questi dati, secondo Confartigianato la pressione fiscale effettiva è del 51,6%, rispetto ad una pressione fiscale apparente del 43,3%.
Complessivamente circa un terzo dell'evasione fiscale è localizzata nel Mezzogiorno, il 24,0% nel Nord Ovest, il 20,0% nel Centro e il rimanente 18,5% nel Nord est.
Per quanto riguarda il tasso di irregolarità del lavoro, esso è sensibilmente più elevato nelle regioni del Mezzogiorno.
Le prime sette regioni per tasso di irregolarità sono collocate al Sud e nelle Isole: Calabria con il 26,9% di lavoro irregolare, seguita dalla Sicilia con il 21,4%, la Basilicata con il 20,1%, la Campania con il 20,0%, la Sardegna con il 19,4%, il Molise con il 18,6% e la Puglia con il 16,4%. La prima regione settentrionale per tasso di irregolarità del lavoro è la Liguria, con il 12,5%, pari a quello dell’Abruzzo.
Sul versante opposto le regioni più virtuose sono la Lombardia con un tasso di lavoro irregolare del 7,8%, l’Emilia Romagna con l’8,0%, il Veneto con l’8,7% e la Provincia di Trento con l’8,8%.