20 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Zaia torna a parlare dell’emergenza prezzi, dopo la diffusione dei dati Istat sull’inflazione

Emergenza Prezzi, Zaia: «Massima attenzione al problema»

Zaia ha ribadito che «la proposta di costituire un paniere di prodotti low cost è già realtà in molte catene della grande distribuzione organizzata»

«Bisogna proseguire sulla strada intrapresa, per individuare e attuare in tempi brevi, insieme agli attori delle filiere, tutte le misure utili a consolidare questa prima riduzione dei prezzi, a vantaggio delle tante famiglie italiane che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese».

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia torna a parlare dell’emergenza prezzi, dopo la diffusione dei dati Istat sull’inflazione, secondo i quali si è avuto, nel mese di agosto, un rallentamento della corsa di quelli alimentari ed energetici. Da Malga Pal, nel comune Chies d’Alpago in provincia di Belluno, dove ha incontrato gli allevatori ovini della zona, Zaia ha ribadito che «la proposta di costituire un paniere di prodotti low cost, che tanto ha fatto discutere, non solo non era campata in aria, ma è già realtà in molte catene della grande distribuzione organizzata. In alcune di esse, ad esempio, è possibile acquistare la pasta, il cui prezzo, secondo l’Istat è aumentato del 25,6%, direttamente al distributore e, quindi, pagare per ciò di cui si ha effettivamente bisogno. Questa esperienza potrà presto essere mutuata anche da altre realtà della GDO: l’acquisto low cost sta prendendo piede un po’ ovunque, dando risultati concreti e apprezzati dai consumatori e nuovi guadagni per gli imprenditori». Dall’emergenza prezzi ai problemi della montagna. Il Ministro Zaia si è detto «vicino a quanti, dai pastori agli agricoltori, continuano a portare avanti con passione attività tradizionali tipiche della montagna, tra mille fatiche e grandi difficoltà».

«Ben vengano – ha detto Zaia - gli interventi a sostegno della pastorizia, cui vanno affiancate anche azioni di promozione del territorio che aiutino a ripopolare e restituire valore alle tante aree di montagna abbandonate. Permettere, con finanziamenti e progetti adeguati, di diversificare l’economia di questo territorio, consentendo l’apertura, ad esempio, di attività turistiche e commerciali, significa creare nuove opportunità occupazionali, nuova ricchezza e valorizzare allo stesso tempo l’identità e le tradizioni agroalimentari di questi luoghi».