1 maggio 2024
Aggiornato 20:00
Approvato dalla Giunta il primo Piano regolatore generale del Comune di Spigno Saturnia, in Provincia di Latina

Spigno Saturnia, la Giunta approva il primo Piano regolatore

Lo strumento urbanistico definisce le linee di sviluppo dei 4 centri abitati del Comune: Spigno Nuovo, Spigno Vecchio, Campodivivo e Santo Stefano

Approvato dalla Giunta il primo Piano regolatore generale del Comune di Spigno Saturnia, in Provincia di Latina.

Lo strumento urbanistico definisce le linee di sviluppo dei 4 centri abitati del Comune: Spigno Nuovo, Spigno Vecchio, Campodivivo e Santo Stefano su 38 Kmq complessivi di territorio dove risiedono circa 2.900 abitanti.

«La Regione Lazio dà oggi il via libera al primo Prg del Comune di Spigno Saturnia. Il nuovo strumento urbanistico, atteso da decenni, arriva oggi alla conclusione dell’iter di approvazione e pone le basi per una corretta crescita del territorio  – ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica e Vicepresidente della Giunta Esterino Montino – Il Piano individua intorno ai 4 centri abitati le zone dove destinare le nuove residenze e le attività artigianali e produttive. E, nell’area agricola che collega tra loro i centri abitati, gli spazi per i servizi e il verde pubblico. Individuate lungo la superstrada Formia Cassino le zone miste artigianali e commerciali. Il Piano prevede, inoltre, la perimetrazione  e il riconoscimento delle vecchie imprese artigianali e industriali». 

«Oggi si conclude una lunga vicenda che, tra adozioni di Piano e sospensioni dell’iter,  va avanti dai primi anni ’70 – ha affermato il sindaco di Spigno Saturnia Antonio Saltarelli – Ringrazio la Giunta della Regione per l’approvazione del Prg, strumento che consente per la prima volta di avere una pianificazione urbanistica con regole certe sul nostro territorio. Norme che potranno contribuire, sia allo sviluppo economico, sia al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Ad esempio finalmente anche il Comune di Spigno Saturnia potrà partecipare ai bandi per le case popolari».