29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Il CDM ha approvato questa mattina un disegno di legge presentato dal ministro della Gioventù

Meloni: «Comunità giovanili nuovi spazi di aggregazione»

«Luoghi reali nei quali sia possibile navigare in internet, leggere giornali, fare musica, teatro, cinema, sport, pittura, fotografia, poesia, ma anche riscoprire i saperi tradizionali»

Il Consiglio dei Ministri ha approvato questa mattina un disegno di legge presentato dal ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, per il riconoscimento e il sostegno delle comunità giovanili.
«Le Comunità giovanili - ha spiegato il ministro in conferenza stampa - sono degli spazi di aggregazione dedicati ai giovani e organizzati da giovani che non abbiano superato i 35 anni. Luoghi reali nei quali sia possibile navigare in internet, leggere giornali, fare musica, teatro, cinema, sport, pittura, fotografia, poesia, ma anche riscoprire i saperi tradizionali. Spazi nei quali organizzare convegni, corsi, laboratori e dove maturare relazioni, attitudini personali e vocazioni».

«Le Comunità - ha proseguito Meloni - vengono promosse con pochi vincoli statutari: assenza di fini di lucro, democraticità dell'accesso alle cariche, elettività delle cariche tra i soci in regola con l'iscrizione, trasparenza di bilancio, assenza di qualunque tipo di discriminazione, indicazione delle finalità della comunità. Tali vincoli sono essenziali per iscriversi al registro nazionale istituito presso il dipartimento della Gioventù e conseguentemente per usufruire dei contributi del fondo comunità giovanili, la cui dotazione è di 5 milioni di euro l'anno».

«Il Ddl - ha aggiunto il ministro - prevede anche la nascita dell'Osservatorio nazionale sulle Comunità giovanili, istituito presso la presidenza del Consiglio, che ha il compito di promuovere e valorizzare il ruolo di sviluppo e integrazione sociale svolto dalle comunità. L'obiettivo - ha concluso Giorgia Meloni - è offrire alle giovani generazioni degli spazi che rappresentino un'alternativa alla noia e al disimpegno, che spesso sono alla base di fenomeni di disagio, soprattutto nelle periferie delle grandi città metropolitane e in alcune realtà del meridione».