20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
educazione

Così l'intelligenza artificiale sostituirà gli insegnanti (in 10 anni)

A diffondere la conoscenza, ci penserà l’intelligenza artificiale. I suoi sviluppi non sono ancora completamente certi, ma secondo i maggiori economisti, «cambierà la vita umana così come la conosciamo»

Così l'intelligenza artificiale sostituirà gli insegnanti (in 10 anni)
Così l'intelligenza artificiale sostituirà gli insegnanti (in 10 anni) Foto: Shutterstock

MILANO - Assistenti di classe, anziché insegnanti. Sostituiti, nel giro di 10 anni, da robot. Cambierà anche l’educazione, fondata su ulteriori paradigmi. Molto probabilmente verrà meno il concetto di classe inteso come luogo fisico di apprendimento, usato solo per occasioni di condivisione. Un po’ come sta avvenendo già adesso nei teatri americani che, per contrastare l’ondata di Netflix, propongono delle ‘sedute di gruppo’ dopo aver consumato (si fa per dire) film in realtà virtuale.

A diffondere la conoscenza, ci penserà l’intelligenza artificiale. I suoi sviluppi non sono ancora completamente certi, ma secondo i maggiori economisti, «cambierà la vita umana così come la conosciamo». Giusto il tempo che non accorra una laurea per interfacciarsi ad essa. In linea di massima varrà il principio della democratizzazione, cosicché (quasi) chiunque potrà avere il proprio insegnante personalizzato, senza bisogno di volare fino ad Harvard. Del resto questo è quello che la tecnologia sta già facendo in altri settori: crea opportunità. Le macchine si adatteranno agli individui. Ascolteranno le voci degli allievi, leggeranno i loro volti e li studieranno così come avviene già oggi, con gli umani.

Nel libro di Sir Anthony, storico e commentatore politico che ha scritto biografie di ex ministri come Prime David Cameron, Tony Blair, John Major e Gordon Brown, si tratta della ‘Quarta rivoluzione dell’Educazione’. La prima rivoluzione consisteva nell’apprendere le basi della sopravvivenza (caccia, coltivazione, ecc.), la seconda riguardava la prima condivisione organizzata di conoscenze e la terza l’invasione della stampa. Nelle classi ‘dominate’ dall’intelligenza artificiale, ogni bambino migliorerà al proprio ritmo.

Recentemente un team cinese ha sviluppato un chatbot in grado di produrre risposte effettivamente coerenti e allo stesso tempo infondere nella sua conversazione emozioni come felicità, tristezza o rabbia. Si tratta di un passo importante verso lo sviluppo di macchine capaci di comprendere il tono emotivo di una conversazione e quindi rispondere conseguentemente. Il team ha creato un algoritmo di ‘classificazione delle emozioni’ che ha imparato a rilevare l’emozione da 23mila post tratti da un sito di social media. I posti erano stati classificati dagli umani in base a diverse emozioni come tristezza, felicità o rabbia. Il classificatore è stato poi usato per etichettare milioni di interazioni con i social media in base al contenuto emotivo. Questo enorme set di dati è servito come campo di allenamento per il chatbot per imparare sia come rispondere alle domande che come esprimere l'emozione. Benché ancora lontani da una macchina in grado di comprendere l’emozione dell’utente, il passo è di fondamentale importanza per lo sviluppo di macchine conversazioni.

Ci saranno ancora esseri umani all’interno degli edifici scolastici, ma la in realtà l’ispirazione in termini di eccitazione intellettuale sarà data dalla macchina. La macchina, di fatto, saprà conoscere cosa ci emoziona e ci rende più eccitati. E sarà in grado di darci un livello naturale di sfida né tropo facile né troppo difficile, ma giusto. Per noi. Per gli esperti il cambiamento è lontano, ma in atto. Nell’ordine di 10 anni.