Astrathink, il mercato dove finanziare le idee
Asrathink è una piattaforma dove si possono incontrare chi inventa e chi ha i capitali. Il meccanismo di ingresso fa sì che sia garantita la massima tutela ai progetti che approdano sulla piattaforma
BARI - Chi abbia cercato di ottenere un brevetto sa quanto sia complessa la disciplina che ne regola la concessione. Malgrado le lungaggini amministrative e il ritardo tecnologico, l’Italia resta una delle principali nazioni per la richiesta di brevetti. Nel 2016 le domande sono aumentate del 4,5% facendo posizionare il Belpaese al secondo posto nella classifica europea dopo il Belgio. Una sorpresa? Non proprio. Sappiamo quanto la nostra nazione sia intrisa di creatività e genialità, sin dal Rinascimento, dove è stata culla dell’arte e delle invenzioni matematiche e fisiche. Oggi per quanto l’Italia sia riconosciuta all’estero come nazione che partorisce talenti, ciò che manca sono i capitali, o meglio, una struttura organizzativa e capillare che faccia incrociare la domanda con l’offerta. In poche parole? Qualcuno o qualcosa che faccia incontrare inventori e investitori. La soluzione, tuttavia, potrebbe essere qui, a portata di mano. Si chiama Astrathink e, in breve, è una piattaforma dove si possono incontrare chi inventa e chi ha i capitali, per intenderci.
Il mercato delle idee
«Di fronte a un contesto di questo genere spesso chi ha un’idea è costretto a tenerla nel cassetto - ci racconta Giuseppe Dimatteo, co-fondatore di Astrathink -. Con la nostra piattaforma vogliamo dare una possibilità in più agli inventori». L’idea di Astrathink è di Salvatore Rainò, medico, scienziato, fisico, inventore, relatore. Una vita dedicata alla medicina, alla ricerca e sviluppo. E lui, che di invenzioni ne ha brevettate tante, sa quanto poi sia difficile essere credibili e ottenere i capitali giusti per proseguire e trasformare un’idea in qualcosa di veramente concreto. Ed è per questo che crea Astrathink.
La questione della tutela
«Il nostro progetto ha ricevuto il benestare dell’Ufficio Brevetti e Marchi di Bari e il sostegno di Confindustria Puglia - ci spiega Giuseppe -. Ciò che facciamo è mettere in contatto gli inventori con gli imprenditori che possono a loro volta acquistare i brevetti e decidere quindi di supportare l’idea. Uno strumento importante che tutela gli inventori su tutta la linea». Già, la tutela. Perché mettere online un’idea non brevettata può essere un rischio. E sappiamo quanto un inventore sia estremamente legato alla propria idea a tal punto da non volerla mai condividere completamente con gli altri. «L’iscrizione alla nostra piattaforma è subordinato dalla firma di un contratto cartaceo che impegna le parti e non diffondere e divulgare in nessun modo l’idea - ci spiega Giuseppe - e poi, ovviamente, fa fede la data di pubblicazione del progetto sulla piattaforma».
Come funziona
Ma come funziona nel dettaglio? L’iscrizione, prima di tutto, è gratuita per entrambe le parti. L’inventore, nell’apposita sezione, inserirà un titolo pubblicitario della sua idea, identificativo affinché l’imprenditore possa esserne attratto. Questa sezione è pubblica e può essere visitata da tutti gli imprenditori. Questi, se vogliono ottenere ulteriori informazioni sul progetto lo devono «gettonare». «Tutti gli iscritti ricevono 50 diamanti virtuali - ci dice Giuseppe -. Ogni idea che viene pubblicata ha un costo di 10 diamanti. Ogni imprenditore deve spendere 5 diamanti per poter visionare l’idea». Questo meccanismo, per quanto complesso, permette però a Salvatore e Giuseppe di tracciare facilmente le operazioni che l’imprenditore compie all’interno della piattaforma e quindi sapere quali sono le idee, più gettonate.
Le invenzioni su richiesta
La piattaforma funziona anche in ottica Open Innovation. Gli imprenditori che abbiano necessità di risolvere problematiche specifiche possono a loro volta lanciare delle sfide tra inventori, innescando un meccanismo di invenzioni su richiesta. «Ciò di cui abbiamo bisogno ora è che inventori, business angels e imprenditori si fidino di noi e capiscano che questo è un modo per colmare quel gap che esiste tra chi inventa e chi ha dei capitali a disposizione - conclude Giuseppe -. Come dice sempre anche il Dott. Rainò, le idee sono il futuro del mondo e costruiscono la realtà di domani».
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