19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
industria 4.0

Brexit: una via “soft” per favorire le imprese

orino unica Camera di commercio italiana presente oggi a Londra al summit dell’ Alliance of European Metropolitan Chambers (AEMC), per discutere delle conseguenze economiche dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea

Brexit: una via “soft” per favorire le imprese
Brexit: una via “soft” per favorire le imprese Foto: ANSA

TORINO - La Brexit ha, senza dubbio, smosso gli equilibrii imprenditoriali ed economici per tutti i Paesi che fanno parte dell’UE. Con l’avanzata tecnologica e l’esigenza di ridisegnare i processi industriali in chiave 4.0, è necessario rivedere gli assetti gli assetti, affinché le imprese europee continuino a crescere. E sono proprio questi i pilastri su cui si fonda la dichiarazione d’impegno sottoscritta a Londra da 10 Camere di commercio europee metropolitane, tra cui Torino, Berlino, Parigi e Madrid, con l’intento di lavorare insieme nell’era post-Brexit per lo sviluppo e la crescita delle pmi europee.

L’Alliance of European Metropolitan Chambers (AEMC), organizzazione di diritto internazionale con sede a Bruxelles, ha come obiettivo lo scambio di best practise e l’ideazione di progetti per lo sviluppo delle aree metropolitane. Ad una settimana dalla notifica dell’articolo 50 per l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, l’Alliance ha chiamato a raccolta le Camere di commercio aderenti, per aprire il dibattito sul tema Brexit e fissare le priorità di intervento nei prossimi mesi. La Camera di commercio di Torino, partner dal 2011 dell’Alliance, è l’unico ente camerale italiano presente oggi al summit internazionale. «La Brexit è una sconfitta dell’Europa e dei suoi politici. La preoccupazione, condivisa sia dagli imprenditori inglesi sia da quelli europei, è che i politici gestiscano questo delicato passaggio come una prova di forza, spingendo verso una hard-Brexit. Questo scenario, che porterebbe inevitabilmente a più barriere e più protezionismo, non è certamente quello che gli imprenditori desiderano da entrambe le sponde della Manica - ha spiegato Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino. - Con le Camere di commercio europee richiediamo quindi innanzitutto un periodo di transizione che permetta a imprese e governi di riorganizzarsi e porre le basi per accordi futuri. Le priorità per noi restano l’assenza di barriere doganali, la libertà di movimento delle persone e il mantenimento delle norme relative alla movimentazione delle merci. Per il Piemonte il Regno Unito è il sesto paese di destinazione dell’export, con un interscambio di oltre 3 miliardi di euro: sarebbe molto oneroso per tutti mettere in discussione questa interdipendenza».

AEMC (Alliance of the European Metropolitan Chambers), rappresenta gli interessi di migliaia di aziende europee, che oltre ad impiegare milioni di lavoratori in Europa, contribuiscono allo sviluppo delle economie metropolitane, generando ricadute economiche di miliardi di Euro per il continente Europeo. Nelle ultime decadi l’economia europea si è sviluppata grazie allo sforzo collettivo delle piccole e medie imprese associate alle Camere di commercio metropolitane, le cui attività spaziano in tutti i settori rappresentativi delle diverse realtà cittadine, regionali e statali. La nostra comune economia europea è stata sostenuta da una rete di collaborazioni commerciali in continua evoluzione, così come da una serie di accordi atti a regolamentare cooperazione e competizione, condividendo il comune obiettivo della crescita economica. Il risultato per lo sviluppo del business - divenuto sempre più florido -  è stato il superamento dei confini nazionali. AEMC è consapevole del fatto che, sebbene il Regno Unito possa risultare pronto ad uscire dall’Unione Europea come istituzione, l’Inghilterra non sta lasciando l’Europa. In ogni caso, riconosce che la Brexit impatterà inevitabilmente sul commercio dei beni con gli altri stati europei.AEMC è pertanto disponibile ad assumere il ruolo di piattaforma collaborativa all’interno della quale possano essere discussi problemi e ideate soluzioni.

La «resilienza» dell’economia europea si basa in parte sull’interdipendenza commerciale transnazionale. Per garantire un futuro all’economia europea, in questo periodo di transizione occorre quindi lavorare insieme sul alcuni punti «chiave», quali: assicurare l’accesso a una manodopera specializzata – garantendo una migrazione della forza lavoro sicura e flessibile in tutta Europa, sostenere il commercio – riducendo al minimo le barriere all’export tra le varie regioni europee, preservare gli spazi di movimentazione delle merci – tutelando i trasporti aerei, marittimi e via terra, attraverso accordi specifici.