19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
food processing

Diferente, una startup che produce drink senza alcol

La startup, nella fattispecie, ha sviluppato un metodo attraverso cui - grazie a diverse tecnologie di food processing - è possibile produrre gin, bollicine, vodka e altre bevande completamente senza alcol

MILANO - Una persona su due nel mondo, indicativamente, è astemia. O, in ogni caso, non beve alcol. Una bella gatta da pelare per chi, durante un aperitivo o una serata in compagnia, ha a disposizione un menù praticamente scarno, con un’offerta che va dai classici analcolici ai succhi di frutta. Un segmento di mercato che, tuttavia, lascia spazio alle iniziative, ai progetti e alle idee. Come soddisfare questa domanda, per certi aspetti, inespressa? L’idea è venuta a Manuela e Filippo Zanin (discendenti di una famiglia di produttori di vino), insieme all’avvocato Francesco Elia. E la loro startup si chiama Nano. Cosa fanno? Creano drink analcolici, una vera e propria linea di social drink chiamata Diferente.

Due miliardi di persone non bevono alcol
La startup, nella fattispecie, ha sviluppato un metodo attraverso cui - grazie a diverse tecnologie di food processing - è possibile produrre gin, bollicine, vodka e altre bevande completamente senza alcol. «Stavo lavorando per una società di advisor - ci racconta Manuela - quando un gruppo arabo ci ha chiesto di condurre un’analisi di mercato sui produttori di vino analcolico. Ho fatto ricerca, ho scoperto un mercato pionieristico, che già esisteva in paesi come Usa e Australia. Ma completamente inesistente nel resto del mondo, per un totale di quasi 2 miliardi di persone che non bevono alcolici». Di fatto, i motivi che possono spingere a non consumare alcolici sono molti: una dieta sana, limiti religiosi, una cura di farmaci. Per non parlare di chi è alla guida e quindi ha necessariamente bisogno di non assumere bevande alcoliche. Tutte queste persone, spesso, sono costrette a rinunciare al piacere di bersi un drink in compagnia.

La stessa esperienza sensoriale
«Siamo riusciti a ricreare, attraverso anni di studio, la stessa esperienza sensoriale data dai drink alcolici - ci racconta Manuela -. I nostri competitor generalmente utilizzano processi che tolgono semplicemente l’alcol dalle bevande. Noi, invece, ricreiamo i drink da zero con prodotti naturali e senza effetti collaterali». Sarà anche un po’ per questo che la linea di prodotti si chiama Diferente. Manuela e il suo team puntano al mercato del social drinking, una domanda che coinvolge 2 miliardi di persone che bevono drink per festeggiare, divertirsi e stare in compagnia.

Un prodotto internazionale
Diferente è un prodotto più internazionale che italiano: la startup, infatti, non esclude di poter produrre i drink che ora vengono prodotti in Italia, anche in altri Paesi del mondo. Diferente, infatti, non è reperibile in Italia, se non in alcuni e-commerce specializzati in prodotti analcolici. «Il nostro obiettivo ora è espanderci verso i mercati arabi e nordeuropei», ci spiega Manuela. Nano ha fatto parte del programma di accelerazione SpeedMiUp e ha collaborato anche con Unicredit Start Lab.

La campagna di equity crowdfunding
Per finanziarsi Nano ha deciso di lanciare una campagna di equity crowdfunding su Opstart che è andata completamente in overfunding molto prima della scadenza prefissata per il goal. «Volevamo ottenere fondi senza utilizzare forme di debito e abbiamo fissato l’obiettivo a 100mila euro - ci racconta Manuela - . Abbiamo raccolto la cifra in pochissimo tempo così abbiamo rilanciato un ulteriore goal a 200mila euro, anche questo andato in overfunding prima della scadenza che c’eravamo prefissati. E non escludo che potremo fare ancora equity crowdfunding in futuro. Le campagne devono essere preparate a dovere, ci vuole impegno e sacrificio. Ma possono dare ottimi risultati, soprattutto anche in termini di diffusione del progetto».