20 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Investimenti

Club Investitori: «Non mancano soldi in Italia, ma abbiamo bisogno di più business angels»

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Giancarlo Rocchietti, presidente del Club Investitori. Cosa manca agli imprenditori italiani e perchè.

TORINO - Tante startup (all’apposita sezione del registro delle imprese siamo a quota 7mila), tanti incubatori e acceleratori (ce ne sono oltre un centinaio, ridotti a 38 quelli certificati dalle recenti disposizioni del MISE) e pochissimi venture capital (in Italia sono a malapena 5). Sarà forse questo il motivo per cui, nel nostro Paese, le startup stentano a decollare per mancanza di fondi? Non esattamente. Perchè, a conti fatti, siamo una nazione dove la ricchezza pro capite è piuttosto alta. Potremo fare molto, ma perchè continuiamo a essere considerati il fanalino di coda del sistema innovativo globale? Ne abbiamo parlato con il Giancarlo Rocchietti presidente de Il Club degli Investitori, network di business angels piemontese.

Quando manca l’execution
«Siamo pieni di idee e di giovani talenti - ci racconta Rocchietti - e se le startup hanno un bel progetto è abbastanza semplice riuscire a ricevere il primo seed (stiamo parlando di 200-300mila euro di finanziamento). Il problema è che agli imprenditori italiani mancano delle competenze importanti, di execution, che anche noi come Club degli Investitori facciamo fatica a trovare. Arriva un punto, infatti, in cui oltre a fare bisogna anche saper vendere».

La capacità di attrarre investitori
Ed ecco che quello che chiamiamo CEO, l’imprenditore italiano che deve far volare la sua startup, non deve essere solo bravo a gestire lo sviluppo, la produzione e la vendita del prodotto fine a se stessa, ma deve avere anche l’abilità di stringere, consolidare e mantenere il rapporto con i partners, in questo caso i business angels e i venture capitalist, che sono poi coloro che contribuiranno alla crescita dell'azienda, anche e soprattutto in modo esponenziale. «Non è facile trovare queste caratteristiche e personaggi che siano bravi nella fase di execution - continua Rocchietti -. Un imprenditore deve dedicare un terzo del suo tempo a questa attività. Per scalare è importante accelerare in fretta e per farlo servono i soldi».

Cosa ci serve adesso
Quindi imprenditori che dovrebbero ampliare maggiormente le loro capacità di attrarre e stringere partnership con venture capital. Ma è sufficiente? Non esattamente, perchè anche la cultura finanziaria, in Italia non è delle migliori. Causa una tradizione culturale che ci ha portato a vedere gli imprenditori come una classe sociale poco affidabile. «Dobbiamo spingere affinché nascano dei network e delle realtà come il Club degli Investitori che possano assistere gli imprenditori italiani a fare il business vero - continua Rocchietti - laddove spesso i business angels non sono altro che imprenditori navigati che possono mettere il loro know how a disposizione. Anche noi abbiamo ancora molto da imparare sulle startup e queste ultime devono essere più aperte ad apprendere i processi organizzativi, senza pensare che gli investitori siano un male necessario». Poi ci vorrebbe più collaborazione con gli incubatori che, intendiamoci, sono molto importanti nelle fasi iniziali della startup, ma dovrebbe insegnare maggiormente agli imprenditori come interagire con i venture capital e come attirare fondi.

Il coraggio di fare il salto
A fronte di questa analisi è sbagliato dire che in Italia non ci sono soldi. Intendiamoci, le cose stanno cambiando e sono in tanti a dirlo. I miglioramenti in corso sono concreti e, si spera, saranno decisivi. Dobbiamo migliorare la nostra cultura finanziaria da una parte e migliorare le nostre abilità come imprenditori dall’altra. Insomma, fare matching. E poi ci serve coraggio: «Escluse le startup che falliscono - conclude Rocchietti - il problema  dell’Italia è che molte aziende, dopo aver raggiunto il milione di fatturato, si fermano. Non hanno l’ambizione di fare il salto vero. Ed è un peccato. Ma network come i nostri, di business angels e imprenditori navigati, possono fornire tutto il supporto affinché questo salto venga fatto e non sia nel vuoto, ma un successo».