26 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Internet

E-commerce, siamo tra i peggiori d'Europa: solo il 29% compra online

Una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro, realizzata su elaborazione dei dati Eurostat fotografa un situazione piuttosto deprimente: solo il 29% della popolazione (tra 16 e 74 anni) ha effettuato un acquisto online nell’ultimo anno.

MILANO - Sono molte le imprese, anche del territorio, che sulla spinta della digitalizzazione hanno dotato il proprio sito internet di un e-commerce per permettere al proprio business di espandersi a livello globale. Il mercato degli acquisti online è in crescita, ma l’incremento in Italia non è ancora tale da permetterci di competere con i Paesi europei. Una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro, realizzata su elaborazione dei dati Eurostat fotografa un situazione piuttosto deprimente: solo il 29% della popolazione (tra 16 e 74 anni) ha effettuato un acquisto online nell’ultimo anno.

L’e-commerce cresce, ma lentamente
I numeri dello studio ci portano a essere la terzultima nazione in Europa per consumatori attivi online: dietro di noi solo Bulgaria e Romania. E con un 29% della popolazione che compra sul web non possiamo certo pensare di competere con nazioni come il Regno Unito dove l’83% dei consumatori acquista tramite e-commerce o come la Germania dove la percentuale si attesta al 74%.

Comprano di più i giovani
Per il resto sì sa, i figli dell’era digitale sono sicuramente più inclini ad acquistare in Rete. In Italia i consumatori più attivi online risultano essere quelli di età compresa tra i 25 e i 34 anni (42%) e i giovanissimi tra i 16 e i 24 anni (40%). Col progredire dell’età aumentano invece in proporzione la diffidenza e il digital divide, tanto che a comprare online sono soltanto il 18% dei cittadini di età tra i 55 e i 64 anni e il 7% dei cittadini di età tra i 65 e i 74 anni. Analizzando le scelte di questi consumatori negli ultimi 3 mesi, si osserva poi come resti bassissima la frequenza degli acquisti (quasi sempre uno o due acquisti a testa, solo il 6% ne ha effettuato da 3 a 5) e comunque per importi che non superano quasi mai la soglia dei 500 euro.

Colpa delle nostre infrastrutture informatiche
Quanto a beni e servizi acquistati, in cima alla classifica troviamo viaggi e vacanze (12%) e vestiti e articoli sportivi (11%). Seguono  articoli casalinghi (8%), libri e abbonamenti a riviste (8%), attrezzatura elettronica (5%), biglietti per eventi (5%), film e musica (3%). Curiosamente, solo il 3% ha deciso di affidarsi alla Rete per l’acquisto di software per computer o per servizi di telecomunicazione (banda larga, abbonamenti a canali televisivi, ricarica di carte telefoniche prepagate…). «Questi dati fotografano un ritardo evidente dell’Italia nell’e-commerce, conseguenza anche del ritardo delle nostre infrastrutture informatiche - osserva l’imprenditore Massimo Blasoni, presidente del Centro studi ImpresaLavoro -. Secondo i dati di netindex.com, siamo 93esimi al mondo per velocità di download domestica, dopo la Grecia. In Italia la banda larga raggiunge potenzialmente il 99% dell’utenza. Peccato che si tratti di una tecnologia ormai superata se confrontata con quelle più recenti – e assai più rapide – come la Nga (Next Generation Access), che in Italia copre solo il 21% del territorio rispetto al 62% della media Ue. I limiti e la sostanziale inefficienza della nostra rete infrastrutturale si pongono come principale fattore di freno, per le nostre aziende, per quanto riguarda gli scambi commerciali con il resto del mondo. A ciò si aggiunga che il sistema Italia nel suo complesso risente pesantemente della mancata capacità di usare i fondi europei dedicati alle infrastrutture: un misero 12%».

Il cibo online
Un settore che sembra registrare un incremento considerevole è, invece, quello del food. Dagli e-commerce di prodotti locali, fino ad arrivare ai supermercati online, sono davvero tantissime le novità che hanno investito il settore del cibo e trasformato il comparto online in un’occasione unica per portarsi a casa prodotti alimentari di qualsiasi tipologia. Stando ai dati di settore, infatti, il consumo di prodotti enogastronomici online è aumentato del +27%, producendo un giro d’affari complessivo di oltre 450 milioni di euro. Pur trattandosi di una nicchia, che rappresenta solo il 3% del totale delle vendite online degli e-commerce italiani, i negozi elettronici specializzati nel comparto alimentare stanno crescendo a vista d’occhio, al punto da far intravedere un futuro di grandi prospettive.