25 aprile 2024
Aggiornato 11:30
investimenti

ITAtech, la Cassa Depositi e Prestiti dà 200 milioni alle startup

Si chiama ITAtech ed è la piattaforma di investimento finalizzata a trasformare progetti di ricerca e di innovazioni tecnico-scientifiche pubbliche e private in nuove imprese

TORINO - Partire dalle imprese, in particolare dalle startup, da quel tessuto innovativo che esce fresco dalle università italiane che restano, diciamolo, tra le migliori del mondo. E partire dalle startup per Cassa Depositi e Prestiti significa investirci 200 milioni di euro. E’ questo ITAtech, piattaforma di investimento finalizzata a trasformare progetti di ricerca e di innovazioni tecnico-scientifiche pubbliche e private in nuove imprese ad alto contenuto tecnologico. Un progetto nato in collaborazione con il Fondo Europeo per gli investimenti (FEI, del Gruppo BEI) e che punta a dare una spinta in più ai talenti italiani.

Cdp eroga 200 milioni alle startup
ITAtech avrà una dotazione iniziale di 200 milioni di euro, messi a disposizione in parti uguali da Cdp e FEI, e sarà aperta all’ingresso di ulteriori investitori. La piattaforma sarà dotata di un portafoglio di fondi di investimento dedicati ai processi di «trasferimento tecnologico» dalle università e dai centri di ricerca al mercato in vari settori ad elevato potenziale. Obiettivo di ITAtech è colmare lo squilibrio fra l’elevata qualità della produzione scientifica italiana (il nostro paese è al settimo posto nel mondo secondo statistiche OCSE ed Eurostat) e gli investimenti da parte di fondi di venture capital e/o privati nei risultati prodotti dalla ricerca (ventiquattresima posizione).

«La creazione della piattaforma ITAtech ci permette di intervenire in un settore strategico in cui si riscontra una significativa carenza di investimenti e ci consente di fornire supporto a tutti gli attori chiave dell’ecosistema dell’innovazione, pilastro fondamentale della competitività e dello sviluppo economico dell’Italia», ha dichiarato Fabio Gallia, Amministratore Delegato del Gruppo Cdp.

Il problema dei brevetti
Un progetto ambizioso, ma molto importante soprattutto qui in Italia dove purtroppo le forme di collaborazione tra università e aziende e tra università stesse è molto labile. Il fondo ha proprio questo obiettivo: accompagnare passo dopo passo, dalla nascita all’exit le startup nate all’interno dell’università verso il mercato, compreso il commercio della proprietà intellettuale. Anche perchè l’Italia sforna sempre più brevetti che poi, però, non trovano uno sbocco concreto: dal 2014 il numero dei brevetti è salito del 9% con 3979 quelli depositati nel 2015 all’European patent office. Per intenderci il quadruplo della Svizzera.

Cresce il mercato del venture capital
Del resto ITAtech si inserisce in un contesto - quello del venture capital - che vede un lento, ma graduale miglioramento anche qui nel nostro Paese dove parole come «startup» e »innovazione» stanno cominciando a diventare di uso comune. Sono oltre 182 i milioni di euro stanziati dalle istituzioni, con una crescita del 24% rispetto al 2015, oltre ai 35 milioni raccolti dagli attori internazionali per una fatturato che ammonta a 247 milioni di euro.  Quest’anno, inoltre, i fondi di venture capital sfondano il tetto di 100 milioni di euro. A farla da padrone sono tutti quei fondi stanziati alle startup in fase di early stage, investimenti che, in Italia, fino a qualche anno fa, mancavano del tutto. Infatti, da una parte cresce il numero di imprese innovative che ricevono almeno un milione di finanziamento in fase di introduzione (+25%) e dall’altra aumentano anche le startup che superano il milione di euro di fatturato.