16 aprile 2024
Aggiornato 21:00
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Big Data, a che punto siamo in Italia

Il Data Scientist è presente, in Italia, in un'azienda su 3. Per la maggiorparte dei CIO l'analisi dei dati rappresenta il maggiore investimento da fare nel 2017

MILANO - Mai come in questo momento l’uso dei Big Data è diventa fondamentale nel processo di sviluppo di nuovi modelli di business per le imprese italiane. Fare uso dei Big Data significa avere a disposizione elevate quantità di informazioni che possono essere canalizzate per costruire strategie e migliorare la crescita della propria impresa. La capacità di diventare una Data Driven Company non è più un'opzione ma diventa una necessità per rispondere ai repentini cambiamenti del mercato.

Come riporta lo studio dell'Osservatorio di Digital Innovation del Politecnico di Milano, sempre più aziende decidono di affidarsi agli analytics per aumentare la propria dimensione produttiva, ma se da una parte cresce la componente di Big Data (44%), la fetta principale resta quella relativa alla Business Intelligence con un valore pari a 722 milioni di euro. A servirsi di strumenti di analisi sono per lo più banche, settore manifatturiero, dei servizi e delle telecomunicazioni che registrano, rispetto al 2015, un incremento che va dal 10 al 25%.

La maggiorparte delle aziende utilizza i Big Data per descrivere la situazione attuale e passata dei processi aziendali, mentre il 59% effettua analisi dei dati per rispondere a quesiti relativi a ciò che potrebbe accadere in futuro, ma solo il 10% implementa autonomamente l’azione proposta secondo il risultato delle analisi svolte. Per il 39% dei CIO gli Analytics sono la priorità di investimento nel 2017 per l’innovazione digitale. Ma solo l’8% delle aziende italiane è a uno stadio avanzato nel processo di «Big Data Enterprise».