19 aprile 2024
Aggiornato 21:30
LA TRAGEDIA IN DIRETTA TV

Nasa, trent'anni fa il disastro dello Shuttle Challenger: persero la vita 7 astronauti

A bordo c'erano sette astronauti, tra cui Christa McAuliffe, un'insegnante selezionata per partecipare alla missione spaziale nell'ambito del progetto "Teacher in Space"

NEW YORK - Sono passati 30 anni, ma tutto il mondo ricorda ancora con enorme tristezza il disastro dello Shuttle Challenger durante il quale persero la vita 7 astronauti. Lo space shuttle si disintegrò dopo 73 secondi di volo a causa di un guasto a una guarnizione. A bordo c'erano, appunto, sette astronauti, tra cui Christa McAuliffe, un'insegnante selezionata per partecipare alla missione spaziale nell'ambito del progetto "Teacher in Space». Si trattava della venticinquesima missione del programma e del decimo volo del Challenger.

L’esplosione dello Shuttle Challenger
Dopo vari ritardi, il lancio avvenne dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida, alle 11:38 (le 12:38 in Italia) del 28 gennaio 1986, in diretta televisiva. Dopo 73 secondi, quando lo shuttle era ancora agganciato ai razzi e si trovava a circa 17mila metri di quota, avvenne l’esplosione. Il Challenger si disintegrò sull'Oceano Atlantico, uccidendo tutti i membri dell'equipaggio. Alcuni ingegneri della NASA avevano avvertito i superiori riguardo a un grave problema strutturale legato agli O-rings, gli anelli di congiunzione dei razzi propulsori alla navicella: il freddo li rendeva friabili, ma gli avvertimenti rimasero inascoltati.

Sospesi i voli per due anni
Dopo l'incidente, il primo a coinvolgere uno space shuttle, la NASA sospese i voli nello spazio per oltre due anni. Il Discovery, lo shuttle che sostituì il Challenger, riprese le missioni nel 1988. Il 1° febbraio del 2003 il Columbia si disintegrò in fase di rientro uccidendo l’intero equipaggio. Dopo una breve ripresa delle attività lo Shuttle è stato messo definitivamente fuori servizio nel 2011.