24 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Studio pubblicato sul «New Journal of Physics»

Onde come «fusilli» moltiplicano i canali di trasmissione

Scoperta di un gruppo di ricercatori dell'università di Padova. La scoperta è suscettibile di avere un forte impatto sulle telecomunicazioni, perché potrebbe moltiplicare i canali a disposizione per ogni singola frequenza radio

PADOVA - In uno studio pubblicato sul New Journal of Physics, ricercatori italiani dell'università di Padova, guidati da Fabrizio Tamburini, hanno dimostrato la possibilità di ottenere più canali su una sola frequenza radio grazie a un particolare tipo di onde che procedono su un percorso spiraleggiante che i ricercatori stessi, per darne un'idea tridimensionale, hanno battezzato «a fusillo», come i famosi spaghetti. «In una prospettiva tridimensionale», spiega Tamburini, «questa fase a spirale sembra un fascio a forma di fusillo. Ognuna di queste onde attorcigliate può essere generata in modo indipendente, propagata e rilevata persino nella stessa banda di frequenza, comportandosi come canale di comunicazione indipendente».

I ricercatori hanno effettuato una dimostrazione sperimentale, lo scorso luglio, trasmettendo due onde radio attorcigliate, nella banda dei 2,4 GHz ,quella che viene utilizzata Wi-Fi, sulla distanza di 442 metri da un faro sull'isola di San Giorgio nella laguna di Venezia verso una parabola situata su un balcone di Palazzo Ducale. La parabola è stata in grado di captare i due canali separati.
La scoperta è suscettibile di avere un forte impatto sulle telecomunicazioni, perché potrebbe moltiplicare i canali a disposizione per ogni singola frequenza radio. Secondo Tamburini, si potrebbero ottenere 55 canali nella stessa banda di frequenza. Questo significa che le frequenze su cui possono diffondere trasmissioni radiotelevisive potranno moltiplicarsi enormemente, con diminuzione dei costi e maggiori possibilità di andare a occupare l'etere.
Gli studi relativi sono stati effettuati dai ricercatori italiani dell'ateneo patavino (con Tamburini hanno lavorato Antonio Bianchini, Elettra Mari, Filippo Romanato, Bo Thidé e Anna Sponselli), in collaborazione con un gruppo svedese dell'Angstrom Laboratory. La tecnologia appare già matura: ma occorrono finanziamenti per sviluppare le applicazioni.