9 settembre 2024
Aggiornato 01:00
Scienza | Programma della DARPA

Volano le falene cyborg

Insetti telecomandati con innesti nel sistema nervoso. Con stimolazioni opportune, i ricercatori sono riusciti a «modularne» i segnali inviati alle ali della falena. Il progetto s'inquadra in un programma della Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa, il centro studi avanzati del Pentagono)

NEW YORK - Scienziati del Massachusetts Institute of Technology sotto la guida di Joel Voldman sono riusciti a inserire una sonda legata a uno stimolatore wireless sul cordone nervoso ventrale di una falena. In questo modo, sono stati in grado di controllare il volo dell'insetto via comandi radio. Il cordone nervoso ventrale è una delle parti costituenti il sistema nervoso degli invertebrati. Con stimolazioni opportune, i ricercatori sono riusciti a «modularne» i segnali inviati alle ali della falena. Il progetto s'inquadra in un programma della Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa, il centro studi avanzati del Pentagono) che da anni sta cercando di sviluppare degli insetti robot (non solo insetti, hanno provato anche con un pipistrello, che è un mammifero). Precedenti tentativi basati su un impianto di elettrodi per stimolare il cervello o i muscoli delle ali degli insetti si sono rivelati fallimentari perché tali innesti erano incompatibili con i tessuti dell'animale. La nuova sonda è invece rivestita con materiali compatibili con il tessuto nervoso della falena e, pesando appena mezzo grammo, è facile da trasportare per l'insetto. Le falene in questione «sono belle robuste», ha detto Voldman, «hanno un'apertura alare larga quanto una mano». Il progetto ha attirato l'attenzione dei militari perché le falene-robot potrebbero trasformarsi, equipaggiate con apparecchiature di sorveglianza, in insospettabili spie per registrare l'attività dei nemici. Ma il programma punta anche ad applicazioni in medicina. Voldman ha sottolineato che gli elettrodi potrebbero essere utilizzati per stimolare i fasci nervosi umani e contribuire alla riabilitazione di individui che hanno perso la mobilità in seguito a un ictus.