29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Il Garante

«Privacy tra banchi»: cautela coi videofonini

Il vademecum: foto in classe solo per fini personali, on line se c'è il consenso dell'interessato

ROMA - Altolà agli studenti che con in classe fotografano compagni, docenti o attività scolastiche e li immettono con superficialità nel circuito di internet: a porlo è il Garante per la protezione dei dati personali, autore della mini-guida 'La privacy tra i banchi di scuola', pubblicata in questi giorni in corrispondenza con l'avvio del nuovo anno scolastico.

«L'utilizzo di videofonini, di apparecchi per la registrazione di suoni e immagini - scrive il Garante della privacy - è in genere consentito» sottolineando tuttavia che ciò deve avvenire «esclusivamente per fini personali» e che «le istituzioni scolastiche hanno, comunque, la possibilità di regolare o di inibire l'utilizzo di registratori audio-video, inclusi i telefoni cellulari abilitati, all'interno delle aule di lezione o nelle scuole stesse».

Ed ecco il vademecum che, con qualche sorpresa, dovrebbe chiarire come comportarsi a scuola senza eccedere in riservatezza. A sorpresa, i voti che gli insegnanti assegnano agli alunni, per esempio, secondo il garante della privacy sono «trasparenti». Niente più misteri sul voto dell'interrogazione dunque e meno che meno su quello dei compiti e delle verifiche scritte. «Non esiste - piegano da piazza Monte Citorio - nessuna norma che imponga di tenere segreti i voti dei compiti in classe e delle interrogazioni, gli esiti degli scrutini e degli esami, perché le informazioni sul rendimento scolastico sono soggette ad un regime di trasparenza». Anche gli esiti degli scrutini (con i relativi voti) e degli esami sono soggetti alle norme sulla trasparenza. L'unica precauzione per le scuole è di evitare di fornire informazioni sullo stato di salute degli alunni (per esempio, i disabili).

Anche l'uso del telefonino o del videofonino non è espressamente vietato. «L'utilizzo di videofonini, di apparecchi per la registrazione di suoni e immagini è in genere consentito, ma esclusivamente per fini personali» e sempre nel rispetto «della dignità delle persone coinvolte». «Le istituzioni scolastiche hanno, comunque, la facoltà di regolare o inibire» l'utilizzo di tali strumentazioni «all'interno delle aule o delle scuole». La precisazione non mancherà certo di suscitare polemiche fra gli addetti ai lavori, ma il parere dell'Autorità è abbastanza chiaro. E viene anche chiarito che i genitori possono fare riprese video in classe durante le feste, le recite e le gite dei propri figli purché l'utilizzo di tali immagini rimanga riservato ad un ambito familiare o amicale. Ovviamente, le riprese non possono in nessun caso essere immesse nel web.

E ancora. «Non commette violazione della privacy il docente che assegna ai propri alunni lo svolgimento di temi in classe riguardanti il loro mondo personale e familiare». Se i temi dovessero essere letti in classe sarà demandato alla sensibilità del singolo docente trovare il giusto equilibrio tra esigenze didattiche e tutela della riservatezza. Ed è anche possibile, per scopi personali, registrare la lezione. Le scuole, inoltre, senza il preventivo assenso degli interessati non possono comunicare a privati i risultati del rendimento scolastico degli alunni e hanno sempre l'obbligo di informare gli alunni sull'utilizzo dei dati personali di cui dispongono. E' anche vietato riprendere attraverso videocamere le attività che si svolgono a scuola. «L'installazione di sistemi di videosorveglianza nelle scuole deve garantire la riservatezza degli alunni - spiega il Garante - In caso di stretta necessità le telecamere sono ammesse, ma devono soltanto negli orari di chiusura degli istituti».