16 aprile 2024
Aggiornato 09:00
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Atleti da record? Tutto merito di un gene «agonistico»

La scoperta dei ricercatori del Galeazzi di Milano in collaborazione con l'università Vanderbilt nell'Iowa

MILANO - C'è un gene dietro la velocità, la forza, la precisione degli atleti che praticano lo sport a livello agonistico con risultati di eccellenza. Insomma, esiste una sorta di 'predisposizione genetica' a raggiungere obiettivi sportivi di alto livello. A scoprirlo i ricercatori dell'Irccs istituto ortopedico Galeazzi che, in collaborazione con i ricercatori dell'università di Udine e dell'Università Vanderbilt nell'Iowa e l'università del Tennessee, hanno studiato 205 atleti, di cui 53 di livello agonistico e 152 dilettanti e 458 non atleti.

Lo studio, appena pubblicato sulla rivista scientifica Bmc Medical Genetics, ha esaminato il Dna di sportivi e non per verificare la presenza di una variante (polimorfismo) del gene del recettore dell'interleuchina1, la molecola responsabile dell'infiammazione dell'apparato muscolare in conseguenza agli sforzi fisici.

Negli atleti agonistici questo gene è presente in misura doppia rispetto ai non sportivi. Quindi l'atleta agonistico ha la caratteristica di presentare una risposta infiammatoria maggiore presso la propria struttura muscolare, ma possiede anche la capacità di recuperare più velocemente rispetto a chi non fa sport, riuscendo quindi ad allenarsi di più degli altri. E' chiaro che si tratta di una predisposizione e che l'effettiva capacità atletica dipende anche da fattori ambientali e motivazionali.

L'attenzione verso condizioni genetiche che predispongono all'attività atletica è sempre maggiore. Vi sono studi riguardanti alcuni enzimi che facilitano il miglior utilizzo delle risorse energetiche o la presenza di un particolare tipo di fibra muscolare», spiega il professor Giuseppe Banfi, Direttore Scientifico del Galeazzi. «Questo studio ha la peculiarità di rivolgere l'attenzione verso i meccanismi di danno o riparazione che stanno alla base dell'allenamento e del recupero dallo sforzo. Occorre considerare che lo studio è interessante anche per le possibili ricadute sulla patologia, poiché gli stessi meccanismi possono essere alla base di una predisposizione alle lesioni muscolo tendinee e alla loro velocità di riparazione».