Isis, se ora il più grande nemico dei jihadisti sono... le spie
La paranoia si sta diffondendo tra le file dello Stato islamico: alcuni informatori starebbero rivelando le coordinate degli obiettivi alla coalizione internazionale. E l'Isis corre ai ripari
BAGHDAD - Sempre più nel mirino delle bombe e degli attacchi degli eserciti governativi, l'Isis da alcuni mesi combatte anche sul fronte interno, in particolare contro eventuali infiltrati. Il Califfato sta rovesciando la sua furia contro i suoi stessi membri, uccidendo decine dei suoi militanti, a volte anche solo sospettati di essere delle spie. Lo hanno reso noto fonti d'intelligence citate dall'Associated Press, secondo le quali alcuni militanti, seppure non siano degli infiltrati, si sono venduti al nemico per semplice mancanza di soldi, mentre fra i capi si diffonde la paranoia.
Epurazioni
La «crisi degli infiltrati», con le conseguenti epurazioni, è stata innescata quando una serie di obiettivi - strutture e personalità del Califfato - hanno iniziato ad essere colpiti con precisione da missili, droni e bombe intelligenti. In particolare, dopo l'uccisione di Abu Hayjaa al-Tunsi, un capo militare dell'Isis polverizzato sulla sua jeep che aveva preso ogni precauzione per non essere colpito, i sospetti sono ricaduti sui militanti della sua scorta. La «caccia alla spia» scatenata dopo l'uccisione di al-Tunsi è terminata con l'uccisione di 38 militanti in quella che ha tutta l'aria di un'epurazione indiscriminata, secondo quanto rivelano militanti dell'opposizione siriana, comandanti militari curdi, vari funzionari dell'intelligence irachena e anche un ex informatore del governo di Baghdad nelle file dello Stato islamico.
Sciolti nell'acido
In particolare, secondo fonti ufficiali dell'intelligence irachena, combattenti dello Stato Islamico (Isis) sarebbero stati «sciolti in vasche riempite di acido» dagli uomini del Califfato nero, perchè ritenuti spie che avrebbero segnalato alla coalizione internazionale anti-Isis le posizioni di esponenti dell'organizazione, uccisi negli ultimi tempi da raid Usa.
Quegli attacchi mirati troppo sospetti
Ma tanti altri militanti caduti in disgrazia o colpiti dal sospetto sono scomparsi e altri sono stati chiusi in carcere. Negli ultimi mesi fonti americane si dicono sicure di aver eliminato in attacchi mirati personaggi del calibro del 'ministro della guerra' del Califfato, o del 'ministro delle finanze' . Sono stati uccisi anche Colpiti e uccisi anche diversi capi che hanno svolto l'incarico di 'wali', cioè di governatori, della provincia di Mosul, la principale roccaforte irachena ancora nelle mani dell'Isis. In questa situazione «i comandanti non osano più spostarsi fra Iraq e Siria nel timore di venire liquidati» in un raid. A destare sospetto, riferiscono le fonti, a volte basta una connessione internet o un cellulare acceso. «Decine di militanti sono stati uccisi con l'accusa di aver piazzato dei chip Gps su degli obiettivi per guidare i razzi», fa sapere il leader dell'Osservatorio siriano per i diritti Umani (Ondus), Rami Abdurrahman.
Dalla paranoia alla realtà
In molti casi, militanti dell'Isis sono stati sommariamente eliminati semplicemente perché in casa avevano una qualsiasi apparecchiatura per la telecomunicazione. Secondo Abdurrahman, però, alcuni combattenti hanno davvero iniziato a passare informazioni alla coalizione internazionale sulle coordinate degli obiettivi o sui movimenti dei dirigenti per semplice bisogno di soldi: una necessità dettata dai tagli agli stipendi decisa dall'amministrazione del Califfato per far fronte al prosciugamento delle fonti di finanziamento e agli attacchi al commercio del petrolio.
Trucchi per stanare le spie
Così, l'Isis è corso ai ripari, ricorrendo anche ad astute trappole: per esempio, vengono fatte trapelare false informazioni sugli spostamenti di qualche dirigente e si verifica poi se il 'falso bersaglio' viene colpito in un attacco. L'Isis, in grave difficoltà sul piano militare, sta dedicando grande impegno a stanare gli informatori, anche attraverso la propaganda: una grossa fetta delle immagini fatte circolare sui social media riguardano il trattamento esemplare riservato a chi è stato scoperto a spiare per il nemico. Come quei militanti calati vivi in una tinozza piena di acido in un'esecuzione pubblica descritta da alcuni informatori.
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