Gentiloni, nessuna avventura nel deserto per le nostre forze armate
Secondo il ministro Gentiloni, per combattere il terrorismo in Medio Oriente e accompagnare la ripresa dei paesi del Mediterraneo l'Italia può dare il proprio contributo in tanti modi, ma non parteciperà a un intervento armato
RIMINI (askanews) - Per combattere il terrorismo in Medio Oriente e accompagnare la ripresa dei paesi del Mediterraneo l'Italia può dare il proprio contributo in tanti modi, ma non parteciperà a un intervento armato: «Avventure nel deserto le forze armate non ne faranno, non servono e peggiorano la situazione» ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, dal Meeting di Cl.
Negoziato sì, guerra no
«L'Italia dovrebbe fare la sua parte per sostenere con ogni mezzo il negoziato, per candidarsi se avesse successo il negoziato a guidare» un percorso per la ripresa, «per intervenire nel contenimento della minaccia terroristica - ha spiegato il ministro -. Ma se l'invito a uscire dalla esitazioni significa promuovere un intervento armato» allora non sarà disponibile, «il governo non lo vuole». «Avventure nel deserto le forze armate non ne faranno, non servono e peggiorano la situazione» ha aggiunto.
Sull'immigrazione, Gentiloni ha invitato a "costruire una politica credibile» sull'accoglienza degli immigrati in Italia e «non inseguire questa o quella popolarità improvvisa" di chi a suon di slogan "spaccia paura e illusioni». Conversando con il ministro degli Esteri della Tunisi, Taieb Baccouche, Gentiloni ha indicato alcune priorità da mettere in campo per risolvere i problemi che più colpiscono il Mediterraneo. Oltre a condividere un piano politico a livello europeo per arrivare a un superamento della convenzione di Dublino ormai datata. Occorre poi, secondo il ministro italiano «combattere in modo civile, con le armi della dialettica, coloro i quali all'interno del nostro paese spacciano paura e illusioni. Con questi spacciatori di paura e illusioni l'Italia non va da nessuna parte». Si tratta, quindi, di «costruire una politica credibile e non inseguire questa o quella popolarità improvvisa».
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