3 ottobre 2025
Aggiornato 00:30
Pakistan | Cronaca

A Karachi violenze fra clan politici, 31 morti in 24 ore

Le vittime sono state prima sequestrate e poi torturate. Inondazioni nel sud del paese, oltre 60mila in fuga dai villaggi

KARACHI - Una netta escalation di violenza si è verificata in queste ultime ore a Karachi, la capitale commerciale del Paksitan. Nelle ultime 24 ore, scrive oggi la BBC, almeno 31 persone sono rimaste uccise in quella che può essere definita ormai una vera guerra fra fazioni politiche.
Negli scontri di ieri sono morte 13 persone, incluso l'ex parlamentare Waja Karim Dad e, secondo la polizia, nella notte sono stati rinvenuti diversi altri cadaveri. Molte delle vittime prima di essere assassinate, sarebbero state sequestrate e torturate.

Gli scontri vedono opposti in particolare i sostenitori del Movimento Muttahida Qaumi, partito della maggioranza urdu che ha annunciato di recente di entrare nella coalizione di governo, e quelli del Partito Nazionale Awami, che raccoglie gli immigrati di etnia pashtun.
La guerra fra clan, da inizio luglio ad oggi, è costata la vita a 315 persone. Secondo il corrispondente della BBC in Pakistan, la violenza si sta diffondendo in modo sempre più indiscriminato: fra le vittime si contano ormai anche donne e bambini.

Inondazioni nel sud, oltre 60mila in fuga dai villaggi - Più di 60.000 persone hanno abbandonato i loro villaggi per sfuggire alle nuove inondazioni nel sud del Pakistan, un anno dopo le gigantesche piene che avevano devastato un quinto del Paese. Lo hanno annunciato gli enti locali.
Centinaia di villaggi e numerosi campi sono stati inondati nel Sind, la regione più seriamente colpita dall'innalzamento delle acque dell'anno scorso, che aveva interessato più di 20 milioni di pachistani e aveva causato perdite per dieci miliardi di dollari.
«Almeno 700.000 persone sono state interessate dalle inondazioni causate dalle piogge recenti in sei distretti del Sind», ha dichiarato Sajjad Haider Shah, un responsabile dei servizi locali di gestione dei sinistri. «Circa 60.000 persone che si sono trovate senza riparo sono fuggite verso zone più sicure», ha aggiunto, precisando che le inondazioni avevano causato la morte di 30 persone nella regione la settimana scorsa.