28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Uno degli ultimi grandi processi per i crimini nazisti

Oggi il verdetto sul «guardiano Sobibor» John Demjanjuk

Non ci sono prove, è probabile una condanna «per associazione»

MONACO - Uno degli ultimi grandi processi per i crimini nazisti in Germania dovrebbe concludersi oggi con l'atteso verdetto nei confronti di John Demjanjuk, la presunta guardia del campo di concentramento di Sobibor (Polonia) accusato di avere partecipato allo sterminio di circa 27.900 persone tra il marzo e il settembre del 1943. Dopo 90 sedute in 18 mesi in aula regna un sentimento di frustrazione generale perchè le prove non ci sono e Demjanjuk verrà probabilmente condannato, se condannato, «per associazione».

Il tribunale di Monaco di Baviera si pronuncerà oggi sulle sorti del 91enne di origini ucraine, il quale nega ogni accusa e rischia una pena massima di 15 anni di prigione. La procura ne ha chiesti sei. L'avvocato di Demjanjuk, Ulrich Busch, ha chiesto l'assoluzione, affermando che il suo cliente è una «vittima della giustizia tedesca». La sua linea difensiva non è cambiata: non c'è alcuna prova che Demjanjuk fosse a Sobibor e, se mai ci fosse stato, in quanto soldato dell'Armata rossa fatto prigioniero dai nazisti, ha agito perchè costretto con la forza.

L'imputato, seduto in sedia a rotelle e affiancato da dottori e da un interprete ucraino, in aula ha osservato il silenzio. Tramite il suo legale, ha accusato la Germania di «torturarlo». La sua famiglia ha sempre ribadito che le sue condizioni di salute erano precarie e che non avrebbe sopravvissuto al processo. E invece ce l'ha fatta. Alla sbarra hanno testimoniato 15 tra storici, giuristi, esperti di medicina e grafologia. Tra i testimoni anche tre sopravvissuti al lager e un ex guardiano. L'accusa però non ha prodotto alcun testimone diretto o documento che provi la sua tesi, a parte una carta d'identità delle SS che stabilisce il ruolo di guardiano a Sobibor. Un falso dell'epoca sovietica, risponde la difesa.

E' pertanto possibile che Demjanjuk sia condannato «per associazione»: in quanto guardiano di Sobibor è per forza complice dello sterminio degli ebrei.

Demjanjuk ha già scontato otto anni di carcere in Israele, dove è stato ritenuto colpevole di avere lavorato come guardiano al campo di concentramento di Treblinka con il soprannome di «Ivan il terribile». Condannato a morte nel 1988, è stato assolto dalla Corte suprema israeliana per via dei dubbi sulla sua identità. Al termine di una lunga battaglia giudiziaria, Demjanjuk è stato espulso nel maggio 2009 in Germania dagli Stati Uniti, dove viveva dagli anni Cinquanta. Il suo resterà nella storia come uno degli ultimi processi di crimini nazisti, assieme a quello dell'ungherese Sandor Kepiro, 97 anni, da poco cominciato a Budapest.

Qualunque sia il verdetto, Demjanjuk non avrà pace, perchè ora anche la Spagna reclama la sua estradizione: è accusato di avere lavorato come guardiano in un altro campo di concentramento dove sono morti dei prigionieri spagnoli.