9 luglio 2025
Aggiornato 15:00
Iran

Esplode la protesta a Teheran, il regime usa pugno di ferro

La manifestazione era stata convocata dall'opposizione in segno di appoggio ai movimenti popolari in Egitto e Tunisia. Numerosi gli arresti e una vittima. Sostegno degli Usa ai manifestanti

TEHERAN - L'onda lunga della protesta in Tunisia ed Egitto si è estesa fino all'Iran. E' stata una giornata di caos, quella di ieri a Teheran, dove l'opposizione riformista è riuscita a organizzare una manifestazione di protesta malgrado il divieto opposto dalle autorità iraniane: non vi è ancora alcun bilancio ufficiale delle vittime, ma testimonianze locali e siti blog iraniani parlano di almeno un morto, due feriti e centinaia di arresti fra gli oppositori; altre proteste hanno avuto luogo anche nelle città di Isfahan e Shiraz. Salutando il «coraggio» dei manifestanti, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha dato pieno sostegno alle loro «rivendicazioni» ed ha messo in guardia il regime contro l'uso della violenza.

Secondo le testimonianze locali, gli agenti hanno fatto uso di lacrimogeni e di proiettili riempiti di vernice («paintball«) per la successiva identificazione dei manifestanti, alcuni dei quali sarebbero stati arrestati; agli arresti domiciliari, ancor prima dell'inizio della protesta, sono finiti i principali leader dell'opposizione moderata: Hossein Mir Mousavi, Mhedi Karoubi e l'ex presidente Mohammed Khatami. Il corteo di Teheran, all'inizio silenzioso, era formato da piccoli gruppi di manifestanti che si sono riuniti nei pressi della piazza di Azadi («Libertà«): successivamente, alcuni oppositori hanno lanciato slogan anti-governativi e dato fuoco a dei bidoni della spazzatura.

La manifestazione era stata convocata dall'opposizione in segno di appoggio ai movimenti popolari in Egitto e Tunisia, approvati di fatto anche dalle autorità della Repubblica Islamica; il governo iraniano aveva tuttavia vietato qualsiasi forma di raduno nella capitale per evitare che l'opposizione potesse sfruttare gli avvenimenti egiziani e tunisini come mezzo per rinfocolare la proteste di piazza del dicembre del 2009. «Noi sosteniamo i diritti del popolo iraniano, che merita gli stessi diritti» di coloro che hanno manifestato per chiedere le dimissioni del presidente egiziano Hosni Mubarak. Da parte sua, il governo di Londra ha chiesto a Teheran di «proteggere la libertà di espressione e di associazione» e di «dare prova di moderazione».