4 novembre 2024
Aggiornato 12:00
Spagna

Ex membro dell'Eta: non è una resa definitiva

Ne è convinto Azurmendi: «Vogliono entrare nelle istituzioni, ma il ricatto delle armi resta»

MADRID - «L'Eta non si arrenderà» definitivamente, e anche se il governo socialista e gli ex membri di Batasuna (l'ex 'braccio politico' dell'organizzazione terrorista, fuori legge dal 2003) stanno facendo pressioni, i terroristi continueranno a cercare di influenzare la vita politica dei Paesi Baschi nelle istituzioni politiche regionali e locali, mantenendo l'opzione armata come tacito ricatto. Ne è convinto Mikel Azurmendi, ex militante dell'Eta sotto il franchismo negli anni '60, uscito prestissimo quando il movimento rinunciò a una svolta pacifica e oggi antropologo, professore all'Università del Pais Vasco e attivo antiterrorista (è stato fra i fondatori dell'associazione anti-Eta 'Basta Ya').

«Il gruppo legato a Batasuna ha fretta», spiega Azurmendi a TM News commentando l'annuncio dei terroristi di un «cessate il fuoco permanente e di carattere generale», «di ripulirsi e entrare in qualche modo nelle istituzioni, perché per loro c'è una finestra di opportunità finché in Spagna sono al governo i socialisti: con il Partido popular (Pp) per loro sarà molto più difficile». Nel 2012, ritiene l'esperto, una nuova vittoria del Psoe di José Luis Zapatero appare poco probabile, e così si spiega il progressivo distanziamento dalla lotta armata che negli ultimi mesi è stato sostenuto da tanti ex dirigenti della sinistra indipendentista radicale basca, fra cui lo stesso Arnaldo Otegi. D'altronde anche per il Psoe un'accelerazione di questo processo è importante, perché in chiave elettorale può servire a ridurre il ricordo del fallito «processo di pace» intrapreso dal governo socialista nel primo mandato di Zapatero, rotto brutalmente dall'Eta alla fine del 2006 con un attentato all'aeroporto di Madrid.