25 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Cuba

Raul Castro: il rilascio dei prigionieri politici non è impunità

Il Presidente cubano: «Non l'avrà nessun nemico della patria»

L'AVANA - Il presidente cubano Raul Castro ha giustificato ieri dinanzi al Parlamento la sua decisione di liberare 53 prigionieri politici, «nemici della Patria», spiegando che non si è trattato della concessione di una generale impunità ma solo di un atto di grande generosità. Castro ha sottolineato inoltre l'importanza dell'unità di tutti i cubani per superare le gravi difficoltà socio-economiche nel paese.

«La rivoluzione può essere generosa se è forte e la sua forza risiede nell'appoggio maggioritario del popolo (...). Dunque non è inutile ricordare che non c'è impunità per i nemici della patria, per quelli che tentano di mettere in pericolo la nostra indipendenza», ha dichiarato Raul Castro che ha parlato per la prima volta in pubblico della sua decisione di liberare 53 prigionieri politici, decisione che era stata salutata con soddisfazione da Washington e Bruxelles.
«Nessuno si lasci fuorviare. La difesa delle nostre sacre conquiste, delle nostre vite e dei nostri luoghi, resterà il primo dovere dei rivoluzionari», ha aggiunto Raul Castro davanti al Parlamento.

Dopo la liberazione di un primo prigioniero grazie alla sua mediazione a giugno, la Chiesa cattolica di Cuba aveva annunciato a metà luglio la liberazioni di altri 52 detenuti, in prigione dal marzo 2003. Venti di questi prigionieri sono già liberi e sono stati accolti dalla Spagna. Un altro oppositore, liberato a giugno, si trova invece negli Stati Uniti. «Occorre ricordare che nessuno di questi cittadini è stato condannato per le sue idee» ma per avere «compiuto atti offensivi, al servizio del governo degli Stati Uniti e della sua politica di blocco e di sovversione», ha affermato Castro.