29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
L'omelia del funerale

«Padovese ha pagato con il sangue fede a Vangelo»

Monsignor Franceschini: «Amico dei musulmani, è morto martire»

ISTANBUL - «A noi cristiani, in modo particolare, questa sua morte ricorda come la fedeltà al Vangelo, in certe situazioni, possa essere pagata con il sangue»: così mons. Ruggero Franceschini, arcivescovo di Smirne, ricorda mons. Luigi Padovese, ucciso la scorsa settimana dal suo autista.

«La tragica notizia della morte violenta di Mons. Luigi Padovese ci ha lasciati sgomenti, incapaci di capire come potesse essere accaduta una cosa così orribile, soprattutto nei confronti di un Uomo di Chiesa, un Vescovo molto amico dei Turchi e della Turchia. Questa terra si conferma così, ancora una volta, luogo di martirio anche per chi la amava tanto», ha detto il presule durante l'omelia delle esequie del confratello. Mons. Franceschini ha sottolineato che «la memoria di padre Luigi non avrebbe bisogno di essere esaltata con un elenco di opere buone; ma - ha aggiunto - per amore di verità e di giustizia, ci piace ricordare alla Chiesa di Turchia e agli amici non-cristiani alcune delle cose che ha potuto operare, nell'ambito della carità e della cultura, nel breve periodo del suo ministero come Vescovo in Anatolia. Dalle cose più semplici fino all'impegnativa organizzazione dei Simposi, degli incontri e dei convegni di studio». In particolare, il presule ha ricordato «la condivisione del cibo con gli amici musulmani durante le reciproche feste», «la creazione di un servizio di distribuzione a domicilio di generi alimentari ad oltre 70 famiglie in difficoltà (di cui una sola cristiana)», nonché «la simpatia verso la cultura islamica confermata anche dagli ottimi rapporti con il mufti di Iskenderun». Inoltre, «il personale stesso della casa del Vescovo (oltre 10 lavoratori) e composto in maggioranza da persone di religione islamica».

«Con lui, anche noi qui continueremo a pregare perché - ha detto mons. Franceschini - su questo Medio Oriente il cielo torni ad essere più sereno, e i cuori ritrovino la strada della pace, per una coesistenza armoniosa nella collaborazione per il bene comune».